‘Ndrangheta: pentito parla di “tre politici sostenuti dalle cosche”


Tre esponenti politici avrebbero ottenuto l’appoggio delle consorterie Macrì-Pardea e Lo Bianco-Barba. E’ quanto emerge dalla testimonianza resa dal collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena nel corso del processo Rinascita-Scott. In particolare, Arena ha fatto i nomi del senatore in carica Giuseppe Mangialavori, attuale coordinatore regionale di Forza Italia, e dell’ex senatore Francesco Bevilacqua.

Sulla identità della terza persona, un politico che, riferendosi al gruppo Macrì-Pardea, aggiunge il collaboratore “ce lo siamo cresciuto fin dalla fine degli anni ’90”, il pm Annamaria Frustaci ha stoppato il collaboratore dal momento che vige il segreto istruttorio. L’uomo sarebbe stato sostenuto dalle elezioni comunali a Vibo e anche in altre occasioni, dando sostegno anche a persone che il politico segnalava.

Quello che Bartolomeo Arena ricorda è che il soggetto è poi divenuto importante a livello regionale. Per Arena a dare l’ordine di votare Francesco Bevilacqua è stato Enzo Barba. La cosca Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia avrebbe avuto rapporti storici già con il padre del politico e quando l’uomo vinse le elezioni ed entrò in Senato, gli uomini della cosca si recarono nella sede di Bevilacqua in centro a Vibo.

Il collaboratore afferma che l’ex senatore “è fratello di uno ‘ndranghetista, Ferruccio, affiliato ai Pardea fin dagli anni ‘70, avendo attivato il locale insieme a mio padre”. In seguito Ferruccio Bevilacqua, racconta il pentito, si è avvicinato al ramo di Giuseppe Mancuso detto ‘Mbrogghjia. Secondo Arena, Ferruccio è anche massone con legami con Carmelo Lo Bianco “Piccinni” ed Enzo Barba “Il musichiere”.

Questa informazione Arena l’ha appresa da Salvatore Tulosai che aveva interesse a entrare in ambienti massonici. Secondo Bartolomeo Arena, un altro senatore avrebbe avuto l’appoggio della cosca Lo Bianco-Barba: si tratterebbe di Giuseppe Mangialavori sostenuto nel periodo 2017/2018. Per Arena il Comune di Vibo “è amministrato da persone imparentate con la criminalità organizzata”.

Il collaboratore sostiene che a Vibo da un certo punto in poi non esistono schieramenti di destra o di sinistra perché, in realtà, le due correnti sarebbero in accordo, senza creare una vera opposizione ma “comandando in modo congiunto”.