Nell’escavatore fucili, pistole e proiettili, scoperto arsenale


Un piccolo arsenale quello che i carabinieri hanno scoperto nelle campagne di Cutro, al termine di un’operazione organizzata dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Crotone. Un’operazione periodica che i militari mettono in campo “a campione” nelle varie aree della provincia eseguendo anche perquisizioni a tappeto. Questa volta vi hanno preso parte anche le unità delle Compagnie del capoluogo e di Cirò Marina e Petilia Policastro, oltre a quelle dello Squadrone Cacciatori di Calabria e del Nucleo Cinofili. Così, dalle prime ore di stamani e fino a pomeriggio inoltrato, oltre 60 uomini hanno perlustrato ampie zone del Crotonese, stavolta con particolare riferimento a Cutro e alle sue campagne. Al setaccio abitazioni, stabilimenti, officine. E anche aziende: i militari si sono presentati proprio in una di queste, piccola attività agricola e di allevamento.

Poco dopo aver iniziato a perlustrarla la prima sorpresa: in un capanno che ospitava delle attrezzature, nascosto nel serbatoio di un atomizzatore, vi era un pacco di plastica con all’interno oltre 225 proiettili per pistola, calibro 9 e 9×21, tra cui poco meno di 50 classificati come armamento militare (di cui è ovviamente vietata la detenzione). Gli investigatori hanno chiesto spiegazioni sulle armi ad una persona presente alla perquisizione, un cinquantenne che coopera alla conduzione dell’attività, che non ha però saputo rispondere in modo convincente. Stessa cosa per un trentenne, parente del primo e titolare dell’azienda, arrivato poco dopo.

Il primo ritrovamento ha così insospettito i militari che hanno voluto vederci chiaro setacciando palmo a palmo le strutture aziendali. Ed è così che si è arrivati a notare la presenza di un piccolo escavatore in stato di abbandono e parcheggiato nei pressi di una casupola. I Carabinieri hanno intravisto una paratia posteriore, in corrispondenza della scatola del cambio, che aveva dei segni recenti di manomissione. A quel punto hanno rimosso una piastra piazzata come coperchio ritrovando degli involucri di cellophane nero sigillati col nastro adesivo, un sistema per proteggere gli oggetti la cui forma era inequivocabile: armi lunghe e corte, fucili e pistole, che riempivano un vano evidentemente svuotato delle parti meccaniche e utilizzato come insospettabile nascondiglio. In tutto vi erano dunque due carabine calibro 22, sei fucili calibro 12, cinque pistole semiautomatiche o revolver oltre ad un silenziatore artigianale e un’ottica di precisione. Molte delle armi avevano la matricola abrasa o comunque resa illeggibile; una è risultata anche rubata e sono oro in corso accertamenti per ricostruirne l’origine. Tutte, comunque, erano perfettamente funzionanti e corredate da una gran quantità di proiettili da pistola, conservati in barattoli di vetro: alla fine dell’inventario se ne conteranno ben 667.

Inoltre, a casa di uno dei due uomini, peraltro titolari di porto d’arma da caccia, durante una perquisizione eseguita successivamente è spuntato dell’altro materiale sempre detenuto illegalmente: si tratta di 15 cartucce da pistola (tra cui anche cal. 9 parabellum, dunque, anch’esse munizionamento militare) e cinque da fucile cal. 12. I due sono stati così arrestati per detenzione illegale di armi da sparo, oltre che di munizionamento da guerra e di armi clandestine. Dopo le formalità sono stati accompagnati in carcere.


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