Non vogliono la Trasversale


 Lo devo riconoscere: molti, moltissimi non vogliono la Trasversale da Gagliato al mare. Oh, s’intende che tutti, ma proprio tutti iniziano il loro eloquio giurando che la strada la vogliono, anzi la vogliono tutti più di me, e sono pronti a dare la vita per il nobile scopo, eccetera… poi tirano fuori tanti di quei però, che, se darà retta a tutti, l’ANAS, che già se la sta prendendo comoda, finirà i lavori nel 2032… sempre ammesso che prima li abbia mai cominciati. Del che, dubito!!!

 Tutti gli oppositori hanno torto al 99%, ma un piccolo 1% di ragione, ognuno la sua piccola parte di ragione. Chi ha interessi legittimi, chi gioca al piccolo ingegnere… e ciascuno, preso da solo, magari ci convincerebbe. Tutti assieme, hanno torto al 101, ma 102 persone con un 1% testa di pretesti fanno più di 101!

 Qui serve un pochino di storia del territorio; e faccio appello alla memoria dei miei ormai pochi coetanei vivi e che di memoria siano ancora dotati. Quando, nel 1968, si parlò per la prima volta della Trasversale, tale era la situazione:

– Soverato terminava al Supercinema, e la stazione era lontanissima;

– Davoli Marina era, ufficialmente, “case sparse” con gli antichi “barchi”;

– Laganosa, semplicemente, non esisteva, tranne un casello della Calabro-Lucana;

– la statale 182 iniziava da Russomanno, e si inerpicava fino al Campo; e fino a Monte Cucco; il tutto, quasi nel deserto.

 C’era dunque spazio per non disturbare nessuno, e finire subito. Se la strada fosse stata tracciata quando quella mandria di politicanti chiacchieroni lo annunziò, nel 1968, nessuno si sarebbe opposto perché non c’era nessuno. Nel 2022, la situazione è quella che vedete: centinaia di edifici e capannoni, costruiti alla buona e senza tante formalità!

 Ecco dunque che la vera colpa è:

– delle decine e decine di governicchi della Prima repubblica;

– delle decine e decine di governicchi della Seconda repubblica;

– di Pino Soriero che si divertì a sperperare soldi per l’inutilissimo svincolo di Argusto;

– di tutti i presidenti di Regione, con particolare riguardo ai due locali: Pino Nisticò e Peppino Chiaravalloti, che se ne strafregarono anche più dei forestieri;

– dei deputati e senatori: cito la Vono e Viscomi;

– dei politicanti che annunziarono la strada ad ogni campagna elettorale;

– dei sindaci;

– degli intellettuali del mio baffo sinistro;

– dell’ANAS e dei suoi progetti. A questo proposito, ricordo all’ANAS che io automobili camminare sulle carte non me ho viste mai, quindi è inutile che mi ripetano i loro progetti.

 Infine, lasciatemelo dire, che se nel 1968 la Valle dell’Ancinale ancora produceva qualcosa di suo, con aree di ottima agricoltura e di allevamento, e con artigianato e servizi, oggi è un dormitorio di pensionati (me incluso, solo che io non dormo), e perciò la strada non serve a nessuno perché nessuno ha dove andare. Se ci fosse un’economia reale, la gente per avere la strada scenderebbe in piazza con i forconi; e invece ci ride sopra.

 Ma il turismo… ragazzi, qui c’è solo balneazione di due settimane; anzi, corre la paura che, se ci fosse la strada, magari il bagnante andrebbe a prendere il caffè altrove, e il bar perderebbe un euro!

Ulderico Nisticò