Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e rispettiamo le sentenze, anche se a volte è inevitabile porsi alcune domande. Per tale motivo, sino ad ora, non abbiamo mai commentato le decisioni del TAR in merito alla spinosa questione della richiesta del trasferimento della farmacia Ceccotti dal Borgo alla Marina, più volte inoltrata dalla stessa titolare. Tuttavia, questa volta siamo costretti ad intervenire a causa di gravi inesattezze riportate dagli organi di stampa (alcuni in particolare e verso i quali sono state intraprese le azioni del caso), non fosse altro perché siamo convinti che l’opinione pubblica debba essere raggiunta da una informazione coerente, obiettiva ed oggettiva.
Tanto per cominciare i provvedimenti del Comune non sono intrapresi allo scopo di “danneggiare una farmacia” ma sono volti a tutelare una popolazione che altrimenti si vedrebbe privata di un importantissimo presidio sanitario sul territorio. Chi scrive dovrebbe prima conoscere bene la realtà di cui parla (magari non raccontata solo da uno degli attori coinvolti) e, molto più importante, sarebbe opportuno che conoscesse altrettanto bene la normativa che regola i servizi farmaceutici. Prima di tutto chiariamo una cosa: a Badolato non si sta istituendo nessuna nuova farmacia e questo è bene sottolinearlo visto che c’è questa confusione di fondo. La perimetrazione e la conseguente pianta organica predisposte dal Comune non inventano nulla di nuovo, visto che esistono da molto tempo delibere comunali che definiscono nettamente i confini delle farmacie esistenti: una, sita ne borgo, che comprende tutto il territorio comunale ad eccezione della frazione marina; la seconda che comprende solo la frazione marina. E’ così da sempre, a Badolato ed in tutti i comuni limitrofi.
Anzi, per i criteri demografici che impongono una farmacia ogni 3300 abitanti, a Badolato dovrebbe esistere una sola farmacia. Tuttavia, proprio per permettere un “equo accesso al servizio farmaceutico” alle popolazioni che risiedono a più di 5 km dalla frazione marina, è stata istituita la farmacia di Badolato Borgo. Tale farmacia nasce come “farmacia rurale e sussidiata”, vale a dire che è una farmacia che ha diritto a un’indennità di residenza annua, stabilita da leggi regionali. Quindi, contrariamente a quanto asseriscono alcuni organi di stampa, il Comune di Badolato non ha formulato nessuna “nuova perimetrazione” ma ha solo portato avanti quanto già stabilito da precedenti amministrazioni (2013) e dalla commissione antimafia (2015) sia in materia di perimetrazione che per quanto riguarda il diniego al trasferimento della farmacia nella frazione marina.
Quantomeno fantasiosa la voce che circola sulla possibilità di istituire un dispensario farmaceutico al posto della farmacia. L’apertura di un dispensario è possibile solo dove “manchi o non sia aperta la farmacia prevista nella pianta organica” (art. 1 LEGGE 8 marzo 1968, n. 221 e Legge Regionale 9/4/1990 n° 18 art. 10): a Badolato Superiore c’è già ed è aperta la farmacia prevista nella pianta organica e, qualora nell’ipotesi più assurda e remota tale farmacia dovesse trasferirsi nella frazione marina, per poter aprire un dispensario, sarebbe necessario prevedere una nuova pianta organica per l’istituzione di una nuova farmacia nel borgo e soltanto dopo l’istituzione della terza sede, per assurdo, si potrebbe aprire un dispensario farmaceutico. In Italia LA LEGGE prevede l’apertura di una farmacia ogni 3300 abitanti e Badolato complessivamente ne conta soltanto 3126.
Con grande perplessità ci chiediamo, a questo punto, a quale stratagemma ricorre o a quale norma di legge dovremmo fare riferimento per chiudere una delle due farmacie, visto che la popolazione è inferiore ai 3300 abitanti. La sentenza del CdS 600/2016 di cui si sente parlare, fa riferimento solo ed esclusivamente alle sedi farmaceutiche poste a concorso, non ancora aperte, ma diventate in sovrannumero in ragione della diminuzione della popolazione: non rientra in questa casistica la farmacia situata nel nostro Borgo.
Non si può neanche fare appello alle prescrizioni delle sentenze 4231/2018 e 4629/2017 del Consiglio di Stato perchè entrambe fanno riferimento a sedi farmaceutiche di nuova istituzione, stabilendo com’è ovvio che sia, che non debbano essere necessariamente localizzate in zone periferiche. A Badolato, lo ripetiamo, non siamo davanti al caso dell’apertura di una nuova farmacia; secondo, pur nell’esigenza di servire adeguatamente aree isolate e/o scarsamente abitate, il comune deve garantire la maggior accessibilità al servizio farmaceutico da parte della maggioranza degli abitanti. Tale prescrizione è pienamente soddisfatta dalla presenza della farmacia situata nella frazione marina e se la farmacia nel borgo non ci fosse e il Comune decidesse di istituire una nuova farmacia, potrebbe aprirla SOLTANTO nel Borgo in accordo con il criterio della distanza e dell’quo accesso al servizio per tutti i cittadini.
E’ del tutto errato e fuorviante scrivere (come abbiamo letto su alcuni giornali), riprendendo stralci della sentenza del TAR, che la “riperimetrazione è avvenuta interamente a discapito” di una farmacia che si è “vista ridurre” “la popolazione appartenente alla propria zona di pertinenza”. Già nel 2009, quando la farmacista Ceccotti è arrivata nel borgo a fare praticantato presso la farmacia che esisteva, la perimetrazione era stata deliberata (una farmacia nel borgo ed una in marina) e la popolazione residente era in via di diminuzione. Tuttavia nel 2011, decise di comprare lo stesso la farmacia: perché? A questo punto ci chiediamo quali fossero le reali intenzioni, visto che dopo l’acquisto inoltra la prima istanza di trasferimento negata dall’amministrazione comunale di allora ed in seguito, lo ripetiamo, anche dalla commissione antimafia. Perché non fu scritto già allora che “il comune con la perimetrazione penalizza una farmacia”? Addirittura contro il diniego della commissione antimafia la stessa farmacista aveva fatto ricorso salvo poi ritiralo per non vedersi contestata l’incompatibilità nel breve periodo in cui ha rivestito i panni di consigliere comunale d’opposizione. Sono molte le cose che non tornano o, forse, tornano benissimo.
L’amministrazione comunale di Badolato, sia ben chiaro, non ha nessunissima intenzione di spostare la farmacia dal borgo (indipendentemente dal titolare di turno): in primis perché è chiamata a tutelare la salute ed i diritti di TUTTI i cittadini (e lo farà in tutte le sedi opportune), in secondo luogo perché la legislazione in materia è chiara ed a quella intende attenersi.
Inoltre negli ultimi anni il Borgo si sta connotando per una sempre più crescente propensione al turismo: la nascita di numerosi B&B, di attività ristorative, la presenza di turisti nella maggior parte dei mesi dell’anno (alcuni hanno eletto residenza proprio nel Borgo) vanno in controtendenza rispetto all’idea dell’abbandono dello stesso Borgo, tanto che lo stesso comune ha intrapreso dure battaglie contro la paventata chiusura dell’Ufficio Postale, degli ambulatori dei medici di base e di tutti quei servizi che possano rendere più semplice la vita a chi risiede al oltre 5k dalla costa. Anche in questo caso il Comune ha agito discapito di qualcuno?
Ordine dei Farmacisti di CZ, Federfarma Nazionale, ASP di CZ e Cittadinanzattiva si sono costituiti a fianco del Comune: anche loro agiscono a discapito di qualcuno?
Chiunque stia provando a confondere le idee lo sta facendo in malafede e, in questo caso dobbiamo proprio dirlo, per mero tornaconto personale.
Il Sindaco di Badolato
Rag Gerardo Mannello