Olimpiadi, Meridione, politicanti e intellettuali


Il Meridione d’Italia, terra protesa nel Mediterraneo, non ha montagne adatte alle Olimpiadi d’inverno… e già, invece Milano… Cortina sì, Milano mica è sulle Alpi; ed è celebre per la nebbia, mica per la neve. Detta così, pare una facile ironia; ed è un’amara riflessione. Se qualcuno oggi vuole la neve nel cuore dell’Africa caldissima, ci sono le tecnologie per avere un’intera glaciazione! Non è questioni di Alpi o meno, è che, per avere le Olimpiadi, Milano ha messo sul tavolo la sua natura di città del 2019, con tutte le attrezzature e infrastrutture che ciò comporta; e ha vinto perché, con buona pace degli europomani, è messa meglio della strombazzata Stoccolma.

Se volessimo organizzare delle Olimpiadi qualsiasi, diciamo di mare, in Calabria, praticamente il nostro solo punto di forza sarebbe il mare, e niente altro; e non sarebbe il caso di proporre ad atleti, dirigenti, giornalisti e turisti eccetera la nostra amata Soverato, che offre ben 380 (nominali!!!) posti letto in albergo, e per il resto appartamenti in nero! Stanno meno peggio dalle parti di Tropea, ma le comunicazioni e strade sono una catastrofe. Insomma, tra la Calabria e Milano c’è la stessa differenza che corre tra una Ferrari e un pittoresco carretto a cavallo, simpatico ma buono solo per “Totò, Peppino e la malafemmina”.

Qual è la ragione del divario? Che, dal dopoguerra, il Meridione è stato terziarizzato a dosi massicce: sempre di meno, tendenti a zero le attività produttive, sempre di più i “posti fissi”, meglio se sotto casa. I politicanti meridionali, dovendo scegliere tra una strada moderna o industria, e un ufficio o scuola od ospedale etc., non hanno esitato un istante, e così i loro elettori: il posto, voce derivata dal verbo porre… porre il fondoschiena sopra una sedia.

Nel 2019, che fanno di diverso, i politicanti? Un bel nulla, anzi… A proposito, avete per caso sentito parlare i deputati e senatori eletti in Calabria? Avete mai letto di una riunione? Vi è giunta notizia che abbiano sollevato una qualsiasi questione? Per restare dalle nostre parti, sapete se esistono ancora Silvia Vono, senatrice; Antonio Viscomi, deputato? Sapete qualche nuova di Arturo Bova, consigliere regionale unico da Catanzaro a Reggio?

Ah, lo so che magari esibiranno qualche interpellanza firmata (anche?) da loro; ma non è per questo che sono stati (più o meno fortunosamente) eletti, ma per rappresentare i problemi: la 106, la Trasversale, l’arretratezza del turismo, la crisi del commercio…

Solo questo? Non ho altro da proporre? Ma sì, e lo proporrei, se uno di quei signori si degnasse di tenere una qualsiasi occasione. Non lo fanno, perché? Perché se io scrivo su Soveratoweb, possono sempre dire di non aver letto: se parlo in una pubblica adunanza, sarebbero guai loro, a rispondere.

E gli intellettuali, i famosi intellettuali? Essi sono i maestri dell’astratto, dell’indeterminato, dell’ovvio: predicano il Santo, il Bello, il Bene, l’Asinochevola e un mucchio di altri paroloni; ma una sola volta osassero proporre qualcosa… opporsi a qualcosa, e soprattutto a qualcuno, mai: e poi chi glielo dà, il molto retribuito premio letterario estivo e la cittadinanza onoraria di Fontanasecca Sottana? Muti come i cimiteri foscoliani popolati da upupe.
In queste condizioni, volete le Olimpiadi? Volete una qualsiasi cosa del 2019? Qui urge un ripensamento radicale del Meridione, e della Calabria in specie: se non torniamo a produrre qualcosa, sapete che succede?

1. Siamo sempre più poveri: e qui non devo sprecarmi in spiegazioni.
2. Siamo sempre più vecchi, perché i giovani emigrano.
3. I politici, dovendo rappresentare solo vecchi e poveri, si adeguano al bassissimo livello.
4. Gli intellettuali, tra un ricco premio e l’altro, parlano della Luna, e mai di cose concrete, che, per i punti 1, 2, 3 è ovvio non interessino a nessuno. E mai fare nomi!

Bisogna produrre, e, per produrre, lavorare. In una terra di lavoratori, i politici devono rendere conto… e i celebri scrittori, se scrivono del suaccennato Ciuco Alato e dell’Aria Fritta, ricevono dai lavoratori un commento che qui non posso esplicitare, ma facilmente s’immagina.
Ergo, a intellettuali e politicanti, il Meridioni sta benissimo così.

Ulderico Nisticò