Operazione Assenzio e Sistema, confiscati 30 milioni ad imprenditore


dia1Secondo la Procura della Repubblica reggina le attività di Domenico Giovanni Suraci (48 anni) sarebbero di “derivazione mafiosa”: con questo assunto il Centro Operativo Dia del capoluogo calabrese, coordinato dalla Distrettuale Antimafia, ha proceduto stamani alla confisca nei confronti del noto imprenditore di beni il cui valore complessivo ammonta a circa 30 milioni di euro.

Nel luglio del 2012 Suraci è stato raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’ambito delle indagini confluite nei procedimenti “Assenzio” e “Sistema”.

La prima operazione, “Assenzio”, avrebbe fatto luce su un presunto sistema di frodi ai danni dello Stato: secondo gli investigatori gli imprenditori coinvolti sarebbero riusciti a ottenere indebitamente erogazioni pubbliche utilizzando fatturazioni false e l’accesso al credito d’imposta a favore delle loro attività. Il meccanismo utilizzato sarebbe stato quello dell’utilizzo sistematico di finti contratti di leasing finanziario, spesso gonfiati ad arte, per l’acquisto, a volte solo cartolare, di beni strumentali da parte delle società gestite da Suraci e dal suo socio in affari, Giuseppe Crocè, a cui era connesso il riconoscimento del credito d’imposta (previsto dalla Legge nr. 296 del 2006).

Con l’operazione “Sistema”, invece, condotta allora dai Carabinieri, venne scoperto che attraverso un articolato sistema di gestione delle forniture di merce nei vari supermercati di proprietà dell’imprenditore, si sarebbe favorita la penetrazione in quel settore della criminalità organizzata reggina, in particolare delle cosche “Tegano-De Stefano” e “Crucitti”.

Nei procedimenti penali “Assenzio” e “Sistema”, Suraci è stato rinviato a giudizio il 29 luglio 2013 dal Gup di Reggio per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito gli interessi economici dell’organizzazione ‘ndranghetistica, ed altro.

Dopo degli accuratissimi accertamenti patrimoniali e reddituali eseguiti dalla Dia, si è così arrivati al provvedimento di confisca di oggi che ha riguardato il capitale sociale e il patrimonio aziendale di otto società che operano nella grande distribuzione alimentare e nel settore immobiliare (di cui quattro società per intero e quattro per quote), di cinque trust (cioè dei complessi di beni e diritti a vincolo fiduciario che si ritiene utilizzati come schermi societari), di quattro 4 immobili di pregio e di conti correnti e polizze assicurative. Il tutto, come dicevamo, per un valore stimato che si aggira intorno alla trentina di milioni di euro.

La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha ravvisato nei confronti di Surace anche la “pericolosità sociale qualificata” e “generica”, per cui l’imprenditore è stato sottoposto, per 4 anni, alla sorveglianza speciale. Le aziende confiscate proseguiranno comunque a svolgere la loro attività sotto la gestione degli amministratori giudiziari nominati dall’autorità giudiziaria.


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