Fatture per operazioni inesistenti per quasi 18 milioni di euro nel settore dei rottami ferrosi: è quanto scoperto dalla Guardia di finanza che, nell’ambito dell’operazione ‘Redivivus’ coordinata dal procuratore aggiunto di Torino Marco Gianoglio e diretta dal pm Francesca Traverso, hanno eseguito otto misure cautelari, tra cui cinque arresti domiciliari e tre obblighi di dimora.
Scoperta una evasione fiscale da oltre 2 milioni e mezzo di euro, che ha anche portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 22 persone, tre delle quali percepivano il reddito di cittadinanza.
L’inchiesta, durata due anni, ha preso in considerazione l’attività di 17 aziende. L’evasione delle imposte avveniva attraverso la costituzione di società fittizie, che avevano l’unico scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti, ottenerne il pagamento e retrocedere il denaro alle imprese beneficiarie della frode dietro la corresponsione del 5% dell’imponibile indicato nella fattura, affinché queste ultime potessero ottenere risparmi d’imposta milionari.
Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, la Guardia di finanza ha perquisito abitazioni ed aziende in vari comuni della provincia di Torino e nella città di Lamezia Terme, sequestrando sequestrando disponibilità finanziarie e beni per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti delle dieci società utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, i cui rappresentanti sono stati indagati a piede libero, e per oltre 800 mila euro – provento illecito per l’emissione delle fatture false e per l’organizzazione della frode – nei riguardi delle tre imprese che hanno emesso i documenti fiscali mendaci, i cui 8 rappresentanti, sia “formali” sia reali, sono stati colpiti anche dalle misure cautelari personali.