Per tappare la bocca a tutti, inizio con il comunicarvi che in Terra Santa tutto cominciò non il 7 ottobre 2023, ma nell’ormai più che secolare 1917, quando la Gran Bretagna, occupando il territorio allora turco, pronunziò la Dichiarazione Balfour sul “focolare ebraico”; mentre, con assurda contraddizione, armava la Transgiordania contro l’unico nemico possibile, cioè il suddetto focolare. Prima del 1917, e dai tempi del Saladino, in Terra Santa convivevano benissimo tutte le fedi e tutte le etnie, con elegante disinteresse una dell’altra.
Saltiamo infinite guerricciole anche sotto occupazione inglese; e ricordiamo il 1947, il 56, il 74, e da allora si perde il conto delle guerre dello Stato d’Israele contro i Palestinesi, e, di volta in volta, contro Egitto, Siria, e ripetutamente il Libano. E non scordiamo il rischio, tutt’altro che immaginario, di interventi di Turchia, Iran, Huti, USA…
Attenzione qui: parlo dello Stato d’Israele, non di “Israele”, anche per evitare confusioni con Israele di cui sentiamo parlare in chiesa, una locuzione che con lo Stato d’Israele non ha nulla a che spartire, ed è figura teologica di Cristo.
E parlo di Stato d’Israele senza minimamente curarmi dell’albero genealogico dei suoi abitanti; anzi affermo che andrebbe evitata anche questa pericolosa confusione; e che sarebbe l’ora che tutti, in testa USA ed Europa, trattassero lo Stato d’Israele come si devono trattare tutti gli altri Stati del mondo, e senza alcuna posizione di privilegio o il contrario; ed evitando ogni forma di alibi e di sostegno anche indiretto. Tutto l’Occidente, dico, inclusa Soverato.
In Libano ci sono due contingenti italiani. Attenti anche qui: sono contingenti militari, quindi armati. Che io sappia, non hanno l’ordine di attaccare forze altrui; ma se attaccati, non c’è “regola d’ingaggio” che tenga. Le regole d’ingaggio le hanno i civili al lavoro, non i militari, i quali hanno ordini e li eseguono.
Attenti, infine, qui: le forze italiane non sono né europee né NATO; sono italiane, in parte per accordi con il Libano, in parte con vago mandato ONU.
Ulderico Nisticò