Ora calmatevi tutti, e mettiamo mano ai problemi


Quando, andando a votare come sapete, mi raggiungevano sondaggi al 30% per la Lega, un poco ne dubitavo; mentre, all’alba del 27, scrivo, Salvini è al 34, cioè di là da ogni prospettiva più ottimistica. Vittoria evidentissima, e ancora più evidente sconfitta del fronte mondiale antisalviniano: partiti italiani, giornali, tv, canzoni multietniche, striscioni, picchiatori rossi, burocrati dell’Europa di Bruxelles, ecclesiastici elettricisti, immigrazionisti volontari e di professione, scafisti, e alla fine ci si è messa una letterina dell’ONU. Gli elettori non hanno preso in nessuna considerazione i mal di fegato degli intellettuali foraggiati, le scomuniche a mezza bocca, le ingiurie di ignoranza… e hanno votato Lega a battaglioni affiancati. Ora la Lega deve fare un salto di qualità dei contenuti e di un misurato livello di produzione culturale diretta e indiretta.

I 5 stelle pagano le ubbie buoniste di Fico e pochi altri, con scivolamento a sinistra. Ritrovino la rotta; e devono capire che una cosa è vincere le elezioni nazionali, altra è governare.

La Le Pen ha bastonato il supponente e spocchioso Macron; la Merkel e i socialdemocratici arretrano di molto in Germania; Farange trionfa in G Bretagna; Orban è solidamente vincitore, eccetera. I popolari e i socialisti perdono, al Parlamento europeo, una quarantina di deputati a testa; mentre i sovranisti saranno una forza capace di condizionare l’Europa. Il capo elettorale di questa Europa alternativa è Salvini; vediamo se diventerà anche il capo politico dell’Europa diciamo così sovranista.

La Meloni è andata benissimo (quasi le percentuali del MSI ai tempi migliori), mentre Forza Italia si rivela sempre più residuale: un bell’affare, Tajani.
Il PD, che fino a mesi fa era dato per spacciato, sopravvive, anche recuperando un poco di transfughi. A Zingaretti bisogna riconoscere un momento di realismo, cioè di aver ritrovato temi di sinistra seria quali i lavoratori e il lavoro, invece dell’accozzaglia di sottoproletariato, morale e culturale prima che sociale, della sinistra radical chic, quella che ama tanto gli zingari… quando abitano ad almeno dieci chilometri dalle sue lussuose case. La sinistra, se vuole campare, deve cambiare linguaggio, licenziando in tronco cantanti, attori, pretini fanatici e tutto il circo Barnum dei buonisti dalla faccia crudele. Compito della sinistra è rappresentare esigenze reali, non di inseguire comode utopie parolaie.

Un consiglio che vada oltre il Tevere? Parlare di migranti una volta sì e nove no; e non dieci volte solo di migranti. Migranti, o piuttosto sedicenti tali. Ai “disperati” e “minori non accompagnati” e “fuggono dalle guerre” lasciando le nonne in trincea, non ci crede più nessuno per il banale fatto che non risponde al vero e lo vediamo con gli occhi. Senza scordare gli scandali a raffica.

Veniamo al Governo. Salvini assicura che durerà, ed è auspicabile: di tutto ha bisogno l’Italia tranne di un’altra campagna elettorale con lettere dell’ONU e inchieste di giudici in vena di pubblicità. Conte deve prendere in mano la situazione, e attuare il programma, o contratto che dir si voglia. Devono iniziare le grandi opere (compresa la nostra Trasversale delle Serre, compresa la 106), che sono utili in sé, e generano lavoro e circolazione di denaro. Insomma, serve l’economia reale, quella che produce e compra e vende.

Un’occhiata alla Calabria. A Sud, la Lega va leggermente meno forte del Nord e Centro, ma è lo stesso sul 30%. Chi sperava in un rigurgito di meridionalismo chiacchierone e folcloristico, anzi chi spera nella virtù dei paroloni, si rassegni: anche i Meridionali dimostrano di volere fatti.
In Calabria, la Lega, dalle prime notizie, ha un confortante 22%. Il PD va malissimo rispetto alla media nazionale: e vorrei pure vedere, con il pessimo governo!

I fatti dimostrano che la Calabria è l’ultima d’Europa, e dopo i seguenti signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra). Non posso elencare tutti gli assessori e vicepresidenti ugualmente inutili e dannosi dei presidenti, ma li do per conosciuti e li addito al pubblico disdegno.

Ebbene, non vogliamo vedere questi signori nemmeno con il telescopio, e nemmeno i loro pronipoti ed eredi e amici degli amici e simpatizzanti: ammesso qualcuno di loro susciti della simpatia. Io, come ho liberamente votato Lega ieri 26, altrettanto liberamente vi comunico che, se vedo un pateracchio con un qualsiasi annesso e connesso a G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra), il giorno delle elezioni me lo passerò in campagna; chi vorrà trascorrere una giornata serena, porti soppressate e vino.

Ulderico Nisticò


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