Tutto ha avuto inizio con una telefonata, dall’altro lato Angela ordinava una pizza “baby” per suo figlio. Ma Vincenzo Maria Tripodi, 27 anni di Reggio Calabria,ha capito subito che lei e il suo piccolo erano in pericolo. E in tre minuti ha evitato il peggio. Il marito ubriaco aveva già picchiato Angela, aveva cominciato a schiaffeggiare il figlio che piangeva disperato in un angolo del salotto.
Lei si è ricordata di un video rivolto alle donne vittime della violenza e ha utilizzato proprio quello stratagemma della pizza. E il giovane reggino che da poco ha finito un corso di formazione della Polizia e quella situazione l’aveva più volte studiata nelle simulazioni.
Una donna che chiama il 113, che ordina una pizza, il tono di voce e poi, la cosa più importante, le domande giuste da fare per confermare ciò che sta accadendo. Perché in una situazione di pericolo si deve far rispondere con un sì o con un no.
«Poi la telefonata – racconta – si è conclusa bruscamente con urla e lamenti. L’uomo aveva ricominciato a picchiarla, ma ricontattare quel numero sarebbe stato un errore, perché avrebbe destato sospetto». E allora l’allarme, la volante che arriva in tre minuti, l’uomo che apre la porta credendo che siano i fattorini e l’arresto. «Riuscire a resistere alla tentazione di andare a soccorrere in prima persona quella donna è stato il momento più difficile», ha confessato l’agente Tripodi.