Ospedale Soverato, continua la protesta degli addetti alla pulizia


L’intenzione era quella di occupare nuovamente il piazzale dell’ospedale di Soverato attraverso un sit in pacifico da parte dei dipendenti della ditta che ha in appalto il servizio di pulizie all’interno dell’ospedale di Soverato e uffici amministrativi dell’Asp di Catanzaro. Ma per motivi (quali?), non avrà luogo la protesta per denunciare una situazione che continua a non fornire risposte e soprattutto spettanze ai lavoratori esasperati perchè, come denuncia la portavoce RSU, Sabrina Mellace, “continuiamo a lavorare gratuitamente da oltre 5 mesi”.

Ma non è tutto perchè la situazione precaria riguarda anche le condizioni igienico-sanitarie a cui sono sottoposti da sempre, ma che in questo particolare momento di emergenza da coronavirus risulta inaccettabile. Denuncia sempre Mellace: “Non abbiamo mascherine e la pulizia dei reparti e sale operatorie avviene senza guanti di protezione e con detersivi diluiti con acqua, mettendo in serio pericolo la nostra salute e quella degli altri. Non ce la facciamo più – continua la rappresentante – sono quasi 3 anni che combattiamo per i nostri diritti. Abbiamo investito tutte le autorità, dal sindaco ai vertici dell’Asp, dai sindacati al direttore sanitario, ma nessuno a oggi ha mantenuto le promesse fatte”.

Il sindacato UIL Trasporti con il suo segretario Benedetto Cassala aveva denunciato con sdegno il comportamento della SE.GI e delle istituzioni tutte per i comportamenti assunti nei confronti dei lavoratori che svolgono ogni giorno con alto senso di responsabilità il proprio dovere per poi vedersi negare stipendi, assegni familiari, straordinario e calpestata la propria dignità. La ditta, circa un anno fa, è stata diffidata ad adempiere agli obblighi contrattuali da parte degli organismi amministrativi dell’ Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. Successivamente, grazie a una mediazione, erano stati stanziati dall’Asp circa 300 mila euro per far fronte alle emergenze, ma nulla è arrivato nelle tasche dei lavoratori, continua sempre Mellace che chiede altresì che l’Asp intervenga per interrompere il contratto con la SEGI.

I problemi sul tavolo, dunque, sono tanti come emerge dalle numerose denunce e sit-in organizzati e documentati. Non stiamo raccontando niente di nuovo, o forse qualcosa di nuovo c’è e riguarda lo stato d’animo al limite dell’esasperazione e sopportazione di madri e padri di famiglia che non hanno più la forza di proseguire in questo difficile cammino fatto di promesse su promesse senza uno spiraglio di soluzione.

Rosy URSO