Pace in Medio Oriente e Trump


 Dovete sapere che io sono cittadino italiano e non statunitense, e non ho parenti in USA. Non voto, dunque, per le presidenziali di laggiù, e non ho su chi influire. E nemmeno ho scordato che l’anno scorso fu Trump a dare il via libera a “Giuseppi”, cioè al Conte 2 con il PD.

 Seconda premessa. C’è chi ha letto il Machiavelli, e chi lo ha studicchiato giusto per l’interrogazione, d è diventato perciò machiavellico, cioè si vende; o, peggio, fa il furbo sbagliato gratis come Salvini l’8 agosto 2019. Chi ha letto il Machiavelli, sa, tra l’altro, che “cum parole non si mantengono li Stati”; e messer Niccolò pensa ai signori italiani di fine XV e primi del XVI secolo, i quali s’illudevano di far paura ai re di Francia e Spagna appunto con le parole, in versi e prosa. Come andò a finire, ripassatevi la storia… o studiatela.

 “Cum parole” non si fa la guerra, e nemmeno la pace. E tanto meno se le parole sono quelle di cui tanto si dilettano i giornalisti di bocca buona: “task force, road map… ”. La road se l’era inventata Obama, del quale sia i Palestinesi sia gli Israeliani se ne fregarono rotondissimamente; però tutti i giornaloni a inneggiare a Barak manco fosse Augusto! Risultato obamesco e clintoniano, zero-

 Trump, che fa le cose in silenzio, deve aver agito con realismo. Ed ecco quali sono i termini del problema:

  1. Quando iniziò il sionismo, a fine XIX secolo e primi del XX, i sionisti avevano letteralmente come obiettivo la terra, in senso agricolo. Illusi che quelle regioni producessero davvero latte e miele, sognavano una patria ebraica di contadini e allevatori. Da ciò, i kibbutz, fattorie collettive che, si raccontava fino agli anni 1970, erano meravigliosi prati di ogni ricchezza.
  2. I fatti provano che non era e non è vero. Ci fu un conato di vendere delle tisiche arance spacciate per succose; e miracolosi pompelmi. Poi si accorsero tutti che ogni arancia costava oro; e che Israele non campa di agricoltura, ma di sussidi.
  3. Tale nozione è poi evidentissima per i Palestinesi.
  4. Lasciando dunque al passato la biblica coltivazione dei campi, c’è che la Terra Santa non solo non ha latte e miele, ma nemmeno acqua; e, raro caso da quelle parti, non ha petrolio.
  5. Basta far capire a Israele e Palestinesi che i sussidi potrebbero finire, e si convincono presto, anzi subito.
  6. Israele non può continuare a vivere in stato di assedio e con le armi in mano; armi di cui moltissimi giovani non ricordano più le motivazioni. Lo stesso per gli Arabi.
  7. Le due ideologie proisraele e propalestinesi stanno perdendo mordente, anzi sostenitori, e ciò per ragioni anagrafiche inesorabili.

 Giocando bene tutte queste carte, Trump ha prima accontentato Israele con una cosa tutto sommato nominale, Gerusalemme capitale; poi ha indotto, o costretto tutti alla pace, con probabili pressioni e minacce. I risultati non sono futuribili, sono presenti, e sono trattati firmati e attivi.

 In questa operazione, le alate parole e i palloncini a forma di coniglio non hanno avuto la benché minima importanza.

Ulderico Nisticò