Il datore di lavoro che costringe i dipendenti ad accettare pagamenti inferiori in busta paga, è punibile per estorsione e autoriciclaggio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione la n. 25979/2018, ha affermato che è previsto il reato di autoriciclaggio per l’imprenditore che costringe i dipendenti ad accettare buste paga più basse di quelle concordate e a lavorare per un orario superiore a quanto contrattualmente previsto.
Inoltre, risponde dello stesso reato, sulla base del decreto n. 231/2001, anche la società alla quale è contestato l’avvenuto impiego nell’attività imprenditoriale del denaro frutto dell’estorsione continuata, in maniera tale da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delle somme. La pronuncia conferma la misura cautelare del sequestro finalizzato alla confisca a carico dei vertici di una Srl.
Nel caso specifico l’estorsione a danno dei lavoratori si concretizzava nel mancato versamento delle quattordicesime e altre remunerazioni, allo scopo di disporre di fondi illeciti utilizzati per pagare provvigioni o altri benefit aziendali in nero a favore dei venditori della società. In tal modo, il denaro veniva reimmesso nel circuito aziendale, con un’azione elusiva dell’identificazione della provenienza illegale della provvista.
Busta paga: nuove tutele per i lavoratori in vigore dal 1° luglio
Ricordiamo il pagamento della busta paga non potrà avvenire più in contanti. In vigore il divieto pagamento stipendi in contanti dal 1° luglio 2018, i datori di lavoro e committenti privati non potranno più pagare in contanti gli stipendi dei loro dipendenti. Entra in vigore il comma 910 della 205/2017 la cd. Legge di Bilancio 2018 che impone il pagamento dello stipendio tramite mezzi tracciabili e escludendo i contanti. Ci saranno sanzioni per chi non si adegua.
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