Per la sanità in Calabria ci vuole un commissario …


 Il solito tavolo Adduce attesta che la sanità in Calabria è allo sfascio totale. Io penso che ci vuole un commissario. Ora qualcuno penserà: “Ma come, dopo tanti anni di commissari, te ne vieni tu con la tua originalissima ideona?”

 Ebbene sì, la mia è del tutto nuova, mai vista né mai proposta: la sanità calabrese ha bisogno di un commissario. Sia esso un calabrese, podestà forestiero, un assessore, un capo tribù, un emissario della Cina, un consigliere eletto… chiamatelo consigliere, zar, commissario, re, anax, basileus, dux, consul, doge… basta che sia un commissario nel senso vero della parola.

 È una parola del latino tardo e medioevale: ei, cui committatur… uno cui affidare… è un alter ego del re, cioè con pieni poteri.

 Esempio. Io oggi vengo nominato commissario. Vado domattina in un ufficio qualsiasi, in un qualsiasi ospedale, e chiedo mi mostrino i bilanci. Se ci sono, li faccio controllare dai miei ragionieri (io non ne sarei capace), se non ci sono, come spesso i bilanci non ci sono, corro subito dal procuratore, e pretendo l’arresto dei dirigenti. Ecco cos’è un commissario davvero. Se è così, non ha mai finora avuto un commissario, la Calabria, ma solo un burocrate in aggiunta ad altri burocrati; cioè, una spesa inutile. L’ultimo e attuale, poi, ha una faccia poco allegra, e non mette paura a nessuno.

 Aggiungete poi che anche ASP etc sono roba commissariata, ma evidentemente in mano a persone o discutibili sul piano morale, oppure placidi passacarte, o entrambe le cose. E invece ci serve uno come Qubilai Khan, il quale, quando conquistò Pechino, andò a vivere nel palazzo come fosse un civilissimo e mollaccione imperatore rotto a tutti i compromessi, però nel cortile lasciò montata la sua tenda da nomade e davanti parcheggiato il cammello, per ricordare che era un barbaro e capo di selvaggi, e non c’impiegava niente a bruciare tutto, abitanti inclusi.

 Ecco, ci vuole un commissario barbaro, che sospenda tutti i poteri, e controlli dagli altissimi funzionari megagalattici… agli uscieri. E già, gli uscieri. Se io fosse commissario, mi recherei nell’ospedale X alle ore 07.55; se alle ore 09.00 l’usciere non arriva, lo licenzio. Poi lui fa ricorso al TAR e lo vince, però si deve pagare l’avvocato… e soprattutto spiegare alla moglie dov’è stato in quell’ora buco nero: e sono cavoli amari.

 Vi assicuro che basta una settimana. Non è vero, insegna padre Dante nel XVI del Purgatorio (34+16=50, canto centrale), che gli esseri umani sono cattivi: sono debolucci, viziatelli, accomodanti, furbetti; e basta correggerli, colpirle uno per educarne cento. Basta spargere la voce che Carnevale è finito, ed iniziano le Ceneri.

 Ecco, serve un commissario: chiamatelo assessore o inventatevi un altro nome, purché abbia i poteri e li eserciti. Se no, arrestiamo anche lui.

Ulderico Nisticò