Il suo calvario è durato quasi due anni: è stata pedinata, controllata a distanza, minacciata, inseguita. Una vera e propria persecuzione di cui è stata vittima una donna di Nocera Terinese che nei giorni scorsi è, però, riuscita a tirare un sospiro di sollievo dopo la sentenza di condanna per stalking inflitta all’uomo con il quale aveva intrapreso una relazione e non accettava in alcun modo la fine del rapporto.
Grazie al sostegno delle avvocatesse Dina Marasco e Letizia Orlando ha trovato la forza e il coraggio di denunciare e avviare così il procedimento penale che si è concluso l’8 marzo, proprio in occasione della Giornata internazionale della donna, con la condanna inflitta dal tribunale di Lamezia Terme a un anno e due mesi per l’uomo e il risarcimento del danno.
La vicenda della donna inizia quando a cavallo della pandemia e del lockdown decide di interrompere la relazione con un uomo che, però, fin dall’inizio non accetta il rifiuto e intraprende una serie di atti persecutori: la segue dovunque vada, la controlla a distanza anche quando stende i panni, le telefona in modo insistente e soprattutto intimidatorio.
La donna, però, prende coraggio e denuncia tutto all’autorità giudiziaria che, applicando il codice rosso, dispone verso l’uomo una serie di misure restrittive: dagli arresti domiciliari al divieto di dimora a Nocera Terinese. Fino ad arrivare alla sentenza di condanna che per la donna segna in qualche modo un ritorno alla vita.
“Ho inteso rendere pubblica la mia storia – spiega oggi affiancata dalle due legali lametine – per far capire a tutte le donne che denunciare è l’unica strada da intraprendere per recuperare il controllo delle proprie vite e restituire a se stesse dignità. Ringrazio le avvocatesse che mi sono state accanto e mi hanno supportato in un vero e proprio percorso di liberazione”.