Pessimi numeri per la Calabria


 Si leggono pessimi numeri per la Calabria, e pessime notizie circa servizi e lavoro. 1. Documentatevi. 2. Non cercate scuse. 3. Non inventatevi colpevoli lontani nel tempo e nello spazio. 4. Troviamo le soluzioni.

Le soluzioni, ovviamente, non sono le elemosine e i sussidi. La Calabria è stata infracidita, rammollita, corrotta a forza di sussidi diretti, e peggio ancora indiretti, cioè la “creazione di posti di lavoro” che in realtà erano stipendi senza far nulla.

Le soluzioni sono nella produzione e nel lavoro, lavoro vero.

Le risorse naturali della Calabria sono da sempre l’agricoltura, l’allevamento, il legno, le acque, qualche miniera. Qualcosa funziona, ma ancora solo in parte.

Mi soffermo sul turismo, che, per condizioni naturali e storiche, potrebbe darci da vivere otto mesi l’anno, ed è assai se dura da luglio a fine agosto. Alla calabrese maniera e in perfetto stile barocco, lo chiamiamo turismo, quando è soprattutto, direi quasi unicamente balneazione.

Sono invece sottoutilizzate le varianti di turismo montano, dei borghi, religioso, di salute, della terza età, enogastronomico, termale… E ancora meno valorizzato è il turismo culturale.

Vero che qui e lì si lasciano intravedere speranze, anzi già attuazioni. Manca però un progetto dell’intera Calabria, a cominciare dall’immagine stessa, dall’idea stessa di Calabria.

È anche per questo che aspetto di sapere chi sarà l’assessore alla Cultura, se il solito decorativo o qualcuno capace di operare fattivamente.

Alla prossima notizia, dunque.

Ulderico Nisticò