Piano regolatore FTQCVP


 Ce ne accorgiamo quando si contano i morti, e pace alle loro anime, ma è palese che, dal Secondo dopoguerra, l’unico piano regolatore vigente in Italia è quello FTQCVP, sigla che sta per Fate Tutti Quello Che Vi Pare (ometto una variante più colorita), nel più totale spregio della topografia, della geologia, e figuratevi dell’archeologia preventiva; mentre l’urbanistica e la sociologia non si sa manco che cosa siano.

 Da questo, i mucchi di case senza piazza, e a stento con una chiesa parrocchiale; e costruzioni in luoghi difficili quando non palesemente impossibili.

 Esempio, se i sindaci, se il Genio civile o come si chiama ora, avessero imposto di tenersi tre metri a destra e tre metri a sinistra della 106, sarebbe bastato allargarla un pochino; e invece poco mancò che non ci facessero dei casamenti proprio sopra il manto stradale.

 Gravissime sono le conseguenze sociologiche: e basta la cronaca di certi quartieri assurdi di Catanzaro, e non solo.

 Che fare, ora? Smetterla per l’avvenire, e senza aspettare: a chi costruisce senza geologia eccetera, si butta giù tutto, e va in galera; e subito, non quando ha finito e aspetta un condono. O se non si chiama condono, ci pensa la lentezza della Giustizia a una bella prescrizione.

 E Piani regolatori veri, e preventivi, e non da disegnare quando da regolare non è rimasto più niente.

Ulderico Nisticò