Piazza Mino Reitano e altri nomi di vie


mino_reitanoMino Reitano, ai suoi inizi, era un artista di buon livello e come cantante e come autore; poi finì nel gorgo della calabresità organizzata, diffondendo della Calabria un’immagine patetica, che culminò con la peggiore bufala mai cantata tra lo Stretto e il Pollino, un ritornello che faceva così: “Bronzi di Riace, guerrieri della pace”; con quella faccia, i Bronzi di Riace! Ovviamente, Reitano e famiglia ottennero un enorme e dovizioso successo internazionale, pagandolo con la decadenza artistica: ma non si può avere tutto, nella vita.
Con tutto questo, mi sta benissimo che venga intitolata una piazza a Reitano; e già, in una Soverato dove dilagò e dilaga la più vasta anarchia toponomastica, cioè sono state intitolate vie alla Qualunque, meglio a lui che almeno sappiamo chi fu ed era un paesano.
Di esempi, mi servirebbero decina di pagine per esaurire l’argomento. Solo alcuni: la più lunga e abitata strada cittadina è intitolata a uno che manco è sicurissimo sia nato, comunque quasi per caso, a Santa Maria di Poliporto; e che, lasciate subito Soverato e la Calabria, diede prove di carità e forse santità (la causa è lenta… ), però a Napoli e senza più alcun rapporto con noi: dedica esagerata; fra Giacomo e fra Zumpano, di reale e importante rilievo per la storia cittadina, hanno viuzze anonime; Cassiodoro, una disabitata. Invece ci sono vie importanti e popolose che portano il nome dei più sconosciuti e discutibili politicanti della fu Prima repubblica, effetto di una palesissima lottizzazione tra i partiti dell’allora pletorico e tumultuante Consiglio comunale. E non parliamo delle intitolazioni autogestite e familiari e casuali…
Io le leverei tutte d’un colpo; so bene, tuttavia, che il danno è fatto, e che disintitolare una via è impresa burocratica superiore alle umane energie: passando sotto vie primo repubblicane o parentali e condominiali, mi contento di chiedermi chi mai sia stato colui.
Si possono però per l’avvenire evitare altri errori. Ci abbiamo provato una ventina d’anni fa con una commissione informale, ma finì in pesce quando uno voleva intitolare strada a tale ancora vivo; e una, tutte le vie a donne, tra cui un’ignotissima femminista messicana… No, sarebbe utile un regolamento serio, e una commissione sulla toponomastica, possibilmente senza politicanti, intellettuali cervellotici, utopisti e sbarcatori di Ulisse…
Per ora, mi sta bene Mino di Avevo un cuore, Liverpool addio… e della sua mano in Una ragione di più.

Ulderico Nisticò


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