Più coesione e inclusione sociale


Per il Movimento politico “Italia Plurale” fondamentale salvaguardare imprese e giovani

Sono 73.200 le imprese italiane tra 5 e 499 addetti, il 15% del totale, di cui quasi 20mila nel Mezzogiorno (19.900) e 17.500 al Centro, a grande pericolo di esclusione dal mercato. Di queste, una quota quasi doppia riguarda le imprese dei servizi (17%), rispetto alla manifattura (9%). È quanto risulta dall’indagine Svimez – Centro Studi delle Camere di Commercio Tagliacarne – Unioncamere. Nel rapporto viene posto in evidenza come le imprese minacciate dalla chiusura siano quelle che “hanno forti difficoltà a ‘resistere’ alla selezione operata dal Covid come risultato di una fragilità strutturale dovuta ad assenza di innovazione (di prodotto, processo, organizzativa, marketing), di digitalizzazione e di export, e di una previsione di performance economica negativa nel 2021”.

Si ribadisce altresì che: “La transizione alla normalità è un processo che va governato insieme, nel segno della coesione e dell’inclusione sociale”. Secondo dati governativi ci sono, infatti, 500 mila lavoratori a rischio nel 2021, che s’andrebbero a sommare al milione di disoccupati dell’ultimo anno.

Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” ritiene che non ci sia ambito che sia fuori pericolo e non è liberalizzando i licenziamenti che si attueranno le situazioni di ripartenza, massima corrispondenza con la proroga massificata del divieto dei licenziamenti almeno fino alla fine dell’emergenza.
Ed inoltre va detto che, a parere del Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale”, il passaggio alla normalità debba essere un andamento che va gestito insieme, nel segno della coesione e dell’inclusione sociale.

A tutto ciò si aggiunga che “Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire. Il governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne”, così come ha segnalato il premier Draghi agli Stati generali della natalità in corso a Roma.
Lo stesso ha continuato con l’affermare che: “Al Parlamento ho elencato le misure per giovani, donne e famiglie, presenti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza tra cui la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia, l’estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche”.

Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” è concorde con le parole del premier, asserendo altresì che bisogna realizzare piani d’investimento rilevanti da attuare nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e nell’apprendistato. È necessario inoltre programmare condizioni per incoraggiare le imprese ad aderire al piano di Pnrr, con il dare maggior lavoro a donne e giovani, che traspaiono tra quelli più colpiti da questa drammatica situazione sociale.