Poliziotto calabrese morto a Firenze, sette indagati per omicidio e incendio colposo


Sono sette gli avvisi di conclusione indagini notificati dalla Procura di Firenze nei confronti di funzionari, artificieri per la morte di Giovanni Politi, 51enne originario di Reggio Calabria, deceduto il 25 febbraio 2018 in un incendio divampato, dopo un’esplosione nella caserma Fadini, in una delle stanze in uso proprio al gruppo di artificieri della questura fiorentina.

Oltre all’allora questore di Firenze, indagato in qualità di datore di lavoro, sono accusati di omicidio colposo l’allora dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, i due responsabili del servizio di prevenzione e protezione della questura che si sono succeduti nell’incarico tra il 2012 e il febbraio del 2018, e tre artificieri.

L’esplosione a causa della quale Politi è morto, si sarebbe verificata a causa dell’accumulo irregolare di materiale esplodente in una stanza, che sarebbe dovuta servire da spogliatoio, al primo piano della caserma Fadini.
Politi stava infatti usando una smerigliatrice, e le scintille scaturite dall’uso dello strumento avrebbero innescato il materiale che si trovava sul banco di lavoro. Da qui la prima esplosione che ha “sbattuto” l’artificiere contro il muro alle sue spalle. Fiamme e calore hanno quindi innescato altro materiale pirotecnico accatastato nella stanza 55. Il fuoco ha poi raggiunto l’armadietto dove era stato sistemato altro materiale pirotecnico.

Per l’accusa e il pm Fabio Di Vizio, il materiale accatastato non doveva stare nella stanza. Da qui la decisione di indagare tutte le persone che non avrebbero vigilato e che avrebbero dovuto elaborare adeguate misure di prevenzione e protezione, compreso l’ex questore. I sette indagati, ognuno nel proprio ruolo, con condotte colpose, avrebbero contribuito, secondo l’accusa, “in termini attivi e omettendo contegni e cautele prevenzionali doverose e con attitudine impeditiva dell’infortunio mortale”, “a creare e comunque a favorire il mantenimento all’interno della stanza 55 dell’accumulo irregolare di materiali esplodenti, fuochi pirotecnici nautici, munizioni, polvere pirica e altri esplosivi”.