Poteri dei sindaci


 Inizierei consigliando ai ministri della Meloni di non parlare barocco, anzi, meglio, di non parlare affatto. È però vero che tutti i sindaci dei Comuni di Ischia sono gravemente colpevoli: o di colpa soggettiva, e se la veda chi di competenza, o di colpa oggettiva. Ovvero: se un sindaco ha concesso una licenza illegale, o ha lasciato fare al parente e all’amico, allora davvero se ne vada in galera e ci resti.

 Ma molte, moltissime circostanze, a Ischia come in tutta Italia, per l’urbanistica come per ogni altro problema, bisogna aprire la questione dei sindaci. È antica, è antichissima, perché da sempre le comunità locali sono state il terminale di ogni grande e piccolo funzionamento della macchina pubblica: anagrafe, leve militare e scolastica, sanità, urbanistica, tributi… eccetera.

 Con quali soldi? Un poco con i trasferimenti statali, un poco con i tributi locali: ma sempre poco, e il primo problema di un sindaco è far quadrare i conti, sempre aleatori.

 Insomma, non è facile assumersi il peso della poltrona. Alla fine, i sindaci hanno molte responsabilità e pochi poteri; e, peggio, sono circondati da una burocrazia con molti poteri e poca responsabilità.

 Che fare? Beh, intanto quanto ho scritto vale sia per il sindaco di Roma sia per quello di uno dei tantissimi paeselli di quattro anime; e questo già non va bene. E torno a dire che – facciamo l’esempio della Calabria – su 404 Comuni ne devono sparire almeno 300, che sono spopolati, e spesso con scarsissima gente e tantissimo territorio dai confini intrecciati e o casuali o, in origine, per interesse di qualcuno.

 Quindi, ridefinire le attribuzioni e i poteri dei sindaci. È già buona cosa che siano, da qualche decennio, a elezione diretta, e sottratti ai girotondi della cd Prima repubblica. Ora bisogna che i sindaci abbiano sì responsabilità, e non solo penali, ma detengano precisi poteri.

 E anche le responsabilità siano esattamente calibrate, per liberare i sindaci dal continuo timore delle conseguenze di una firma, il che rallenta quando non impedisce le decisioni.

Ulderico Nisticò