Presentata a Catanzaro l’associazione “PerLe Demenze. Famiglie Unite Calabria”


Associazione nata da famigliari di persone con demenze prese in cura dalla “Ra.Gi.”. Tra gli obiettivi quello di costruire ponti di dialogo con la Regione. 

Presentata a Catanzaro l’associazione “PerLe Demenze. Famiglie Unite Calabria”, organizzazione di volontariato costituita da un gruppo di famigliari di persone con demenze presi in cura nei centri diurni della “Ra.Gi.”

“Un’associazione formata da famiglie che giungono da più parti della Calabria e con il compito di far capire a tutti gli organi competenti che le famiglie sono importanti forse più di una diagnosi, perché spesso solo noi famigliari conosciamo nel profondo le esigenze dei nostri cari”, spiega la presidente dell’associazione, Anna Correggia, nel corso dell’iniziativa di presentazione organizzata nei locali del centro diurno di Catanzaro gestito dalla “Ra.Gi.”. “Abbiamo scelto di presentare ‘PerLe Demenze’ all’interno di questo centro diurno perché per noi famiglie – continua Correggia – non c’è altro posto dove andare e perché qui i nostri famigliari si sentono sicuri, accolti, accettati, li fanno vivere, non sopravvivere”.

“Noi famiglie abbiamo l’obbligo di metterci la faccia, di lottare, di capire, di sapere quali sono le decisioni che il governo o la Regione vorranno prendere rispetto alla vita dei nostri famigliari”, è ancora il messaggio della presidente di PerLe Demenze. “Non dobbiamo abbassare la guardia – prosegue -, dobbiamo invece far pesare la nostra voce per i nostri cari e per tutte le persone che vivono nella desolazione e nell’abbandono. Tutti insieme – sottolinea Correggia – possiamo essere una forza convinti di non essere soli”.

“Questa associazione può essere un importante riferimento per le persone che non sanno come affrontare questo problema e che forse vedendo noi saranno incoraggiate”, afferma la vicepresidente dell’associazione, Pasqualina Luzzo. “Certo – prosegue – anche le istituzioni dovrebbero darci una mano”.

Prende la parola anche Valentina Paonessa, che per l’associazione rappresenta i famigliari di persone giovani con demenze: racconta la storia del prendersi cura di sua madre, testimonia il suo dolore e la forza per andare avanti anche grazie a forme di sostegno come quello della “Ra.Gi.” per superare le barriere della solitudine.

Poi interviene la presidente della “Ra.Gi.”, Elena Sodano, che ringrazia i tanti e le tante partecipanti all’incontro, come i parenti delle persone prese in cura nei centri diurni di Catanzaro e Cicala. “Quest’associazione – dichiara Sodano riferendosi a PerLe Demenze – dovrà avere il coraggio di chiedere a chi sarà presidente della Regione non soltanto risposte ma certezze. Un’associazione – dice ancora la presidente di Ra.Gi. – che dal 27 gennaio”, cioè subito dopo le elezioni regionali, “dovrà dire ‘noi ci siamo e ci metteremo dietro le porte nel caso qualcuno non volesse farci sedere ai tavoli tecnici che contano’”.

Un appello che Sodano lancia dopo aver espresso due richieste. La prima: “In Calabria dobbiamo sotterrare l’ascia dell’autoreferenzialità riconoscendo con umiltà le professionalità di ognuno”. La seconda: “Le persone con demenze hanno diritto ad avere personale specialistico nei luoghi di cura e corsie preferenziali nei pronto soccorso”.

Presenti all’incontro anche Giuseppe Apostoliti, portavoce del forum terzo settore per Catanzaro-Soverato, Luigi Cuomo, presidente del Centro servizi per il volontariato (Csv) di Catanzaro, Concetta Genovese e Sandro Angotti, rispettivamente presidente e tesoriere dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Catanzaro, e Guglielmo Merazzi, portavoce dell’associazione L’Alveare.

Nel corso del dibattito, moderato dal giornalista Francesco Ciampa, spazio anche al significato del nome dell’associazione, al perché del nome ‘PerLe’ rappresentato nel logo creato dall’artista Francesca De Fazio. Un nome che richiama le perle nate dal dolore provato dall’ostrica quando entra a contatto con un corpo estraneo. “Le demenze – spiega Anna Correggia – sono come un corpo estraneo nel cervello dei nostri famigliari, che giorno dopo giorno, grazie anche alla Ra.Gi., diventano gioielli preziosi in un mondo che invece li vuole ghettizzare e rendere invisibili. Loro – conclude Correggia – sono perle da custodire con gentilezza”.