Presentata a Soverato l’opera “Santa Caterina dello Jonio”


Il territorio di Santa Caterina dello Jonio è un ambiente ricco di manufatti rurali, palmenti, grotte e chiese rupestri, mulini, senie, reperti archeologici, flora selvatica, ulivi plurisecolari, calanchi, dune; un prezioso patrimonio storico-culturale e paesaggistico da salvaguardare e tutelare, ed ancora pressochè intatto, nonostante sia esso stato soggetto nei secoli a disastri ambientali come alluvioni, terremoti ed incendi.

Questo è quanto ha espresso l’editore Florindo Rubbettino nel suo intervento conclusivo dell’incontro, tenutosi presso la Sala Consiliare del Comune di Soverato nella serata di venerdì scorso, nell’ambito degli Incontri Culturali del Venerdì della Libera Università della Terza Età e del Tempo Libero “Magno Aurelio Cassiodoro”, per presentare l’opera “Santa Caterina dello Jonio” edita dallo stesso Rubbettino.

Il volume è frutto di accurate ricerche sul territorio compiute da diversi studiosi e saggisti, tra cui Alfredo Ruga, Giuseppe Macrì, Rosalba Petrilli, Raffaele Dolce, Domenico Criniti, Antonio Tropiano, Giuliano Guido, ciascuno per il proprio ambito di competenza, e con la prefazione di Daniele Vadalà. Promotori e curatori del testo Angela Maida, archeologa e Presidente dell’Associazione Italia Nostra “Sezione Paolo Orsi” di Soverato-Guardavalle, Raffaele Riverso, architetto e fortemente impegnato nel volontariato per i Beni Culturali e Paesaggistici del comprensorio di Soverato, presenti all’incontro assieme all’editore. Assente Sofia De Matteis, curatrice ed autrice di uno dei saggi contenuti nell’opera.

Dopo i saluti ai presenti e l’introduzione all’argomento della serata, la presidente dell’Università, professoressa Sina Montebello, ha invitato la dottoressa Angela Maida ad illustrare la complessa ed ampia opera, un’autentica miniera di notizie storiche e antropologiche, ricca di un’accurata documentazione fotografica, di schede archeologiche, di carte storiche e topografiche di luoghi la cui ricerca ha impegnato tutta la comunità caterisana, che ha preso coscienza del valore del territorio in cui vive, spesso non curato e soggetto allo spopolamento.

La proiezione ha fatto conoscere al pubblico un luogo unico nel suo genere, colmo di biodiversità e di bellezze paesaggistiche ma anche di potenzialità su cui investire il futuro. Particolare interesse ha suscitato la scheda dedicata alla Torre di Sant’Antonio, una torre medievale diversa dalle torri costiere d’avvistamento, esempio unico nel suo genere. Il dottor Riverso ha proseguito nel ribadire che spesso immaginiamo il progresso dei nostri paesi conseguito con la demolizione delle opere del passato, con l’abbattimento di belle case rurali, di jazzi, di portali, di antichi mulini, per costruire nuovi agglomerati, cementificando i territori.

Grazie all’opera divulgativa e persuasiva di associazioni come Italia Nostra si sta prendendo coscienza dell’opportunità di recuperare ciò che rimane del passato, valorizzando la propria storia identitaria, risollevando l’orgoglio e l’appartenenza ad una comunità per incoraggiare i giovani a prendersi cura del proprio territorio.

Al termine della proiezione sono passate sullo schermo le orribili immagini di quanto sta avvenendo in questi giorni sulla spiaggia di Soverato, dove centinaia di migliaia di tonnellate di blocchi di cemento sono stati depositati nelle limpide acque del nostro mare, minacciando gravemente l’equilibrio ecologico della baia, la sua naturale bellezza, deturpando un paradiso. A conclusione dell’incontro il caterisano Alduccio Carioti ha alleggerito l’atmosfera con un canto dedicato alla bontà del vino e all’armonia che ne deriva bevendolo in compagnia.

Prof.ssa Maria Rosaria Pedullà