Processo “Showdown”, chiesta la condanna dei vertici del clan Sia-Procopio-Tripodi


pm1Ventiquattro anni di reclusione sono stati chiesti dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, nei confronti di Fiorito Procopio, Michele Lentini e Maurizio Tripodi esponenti al vertice, secondo l’accusa, della cosca soveratese Sia-Procopio-Tripodi. Una lunga requisitoria quella del pm, nel corso del processo “Showdown” che si è svolto oggi nell’aula bunker del carcere di Catanzaro. Il procedimento che si sta svolgendo davanti all’organo colleggiale comprende, tra i vari reati, l’associazione mafiosa, il favoreggiamento, il furto e l’occultamento di cadavere. Si tratta, nel caso specifico, del cadavere di Giuseppe Todaro, figlio del collaboratore di giustizia, Domenico. Venti anni sono stati chiesti per Davide Sestito e Antonio Gullà e 18 per Alberto Sia, 13 anni per Francesco Procopio, Pasqualino Greco, Mario Franco Sica e Giuseppe Pileci. Nove anni per Emanuel Procopio, Luca Iritano, 6 anni e sei mesi per Giuseppe Agresta, Simone Borrello, Pietro Cristofaro e Andrea Vono, 6 anni per Giovanni Nativo, 5 anni per Laura Procopio, Vito Tripodi e Lucia Tassone, 4 anni per Emanuela Spadea e Luigina Tripodi, 3 anni per Sandrina Froio, Vincenzo Liotta e Salvo Gregorio Mirarchi, un anno per Cristian Giuseppe Pirelli. Chiesta l’assoluzione per Massimo Procopio, Giandomenico Rattà, Saverio Mirarchi e Teo Sinopoli. Le prossime udienze sono prevsite per il 23 e 25 settembre perché si esprima il collegio difensivo del quale fanno parte, tra gli altri gli avvocati Antonio Staiano, Vincenzo Cicino e Sergio Rotundo.


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