Psicoanalisi del meridionale


uldericoPremesso che tutte le popolazioni hanno i loro vizi etnici, io qui sto parlando di noi, dei Meridionali, e non di altri, di cui in ulteriori occasioni. Perciò non date, se mai, risposte dilatorie, e state all’argomento.
Nella psiche profonda del meridionale medio c’è un meccanismo automatico di fronte a qualsiasi evento negativo: trovare un colpevole; e che non sia astratto, generico, universale, ma un essere umano vivo o morto su cui poter scaricare la responsabilità di ogni cosa, fosse anche il terremoto.
Da un punto di vista antropologico, è un curioso incontro tra una primitiva mentalità magica e l’umanesimo e illuminismo liceali, che, con grande ingenuità, mettono al centro del tutto l’uomo e il suo pensiero. Tra credenze popolari e filosofia studicchiata alla peggio, ecco gli esiti del groviglio mentale:

– Per il marito, la colpa è della moglie; per la moglie, del marito; per entrambi, dei figli; per i figli, di papà e mamma… via via fino a tutta la parentela;
– Per i meno scrupolosi di razionalismo, la colpa è della iella;
– Per i più scolarizzati, la colpa è dei rozzi Romani che vennero a opprimere la civilissima Magna Grecia; e ciò in spregio dei fatti e delle date;
– Per qualche rarissimo che li ha sentiti casualmente nominare, la colpa è di Bizantini e Normanni;
– Per i lettori (in V ginnasio, ovvio) del Manzoni, la colpa è degli Spagnoli;
– Per i patriottardi, la colpa è dei Borbone;
– Per i meridionalisti della domenica, la colpa è di Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele; Mazzini, è conosciuto di meno;
– Per gli antimafia segue cena, la colpa, se piove e se c’è il sole, è della mafia;
– Per la destra, la colpa è della sinistra; per la sinistra, della destra: ma ciò con molta calma, perché a Sud non esiste né sinistra né destra (intellettuali libreschi a parte), ma solo il PUSP (Partito unico della spesa pubblica), con sedi in ogni dove.

Per me, la colpa è tutta nostra: classe politica incapace, e votata perché incapace; classe culturale astratta e furbetta; acutezza di pensiero e debolezza di passioni; imprenditori che sono prenditori; popolo abituato da millenni a star bene con poco, e soprattutto con poca fatica. Il risultato è sotto i nostri occhi.
Prendersela con qualcun altro, meglio se morto da secoli, è un ottimo espediente per non riconoscere le nostre colpe, e meno che meno tentare di cambiare le cose.

Ulderico Nisticò


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