Pulizia degli alvei: ci abbiamo pensato prima?


 Il triste caso delle Giare si dovette a tre cause: 1.non aver evacuato il campeggio almeno due giorni prima; 2.piogge; 3.torrente Beltrame intasato e che fece da tappo. Detto in generale, tutti quelli che a qualsiasi titolo rievocano la tragedia, si soffermano molto sul punto 2., e glissano velocemente sugli altri due: insomma, un classico prendersela con Giove Pluvio (punto 2.) e non con gli uomini (punt 1. e  3.); gli dei sono stati inventati per questo, per poter scaricare su di loro le umane manchevolezze.

 A Livorno, nella “civile ed evoluta Toscana”, ci sono tre di quelli che lì chiamano poeticamente “rii”, piccoli corsi torrentizi; e il sindaco stamani andava dicendo che “saranno puliti”, il che, se la lingua italiana è valida anche in Toscana, significa ammettere che attualmente sono sporchi: e infatti Livorno è finita sott’acqua, e piange morti, e nemmeno in un campeggio approssimativo, ma in casa propria.

 A Roma, una pioggia molto meno forte di Livorno, ha sommerso la città. Congratulazioni a tutti i sindaci, ivi incluso il mio ex camerata Alemanno.

 Stamani piove a Soverato, e incrociamo le dita. Ma sorge urgente la domanda: abbiamo provveduto in anticipo alle pulizie degli alvei e corsi in genere? Ha provveduto la Regione? Hanno provveduto i Comuni? Ha provveduto chiunque di competenza a qualsiasi titolo? Abbiamo imparato la lezione del passato, o proseguiamo con il più calabrese degli ottimismi infantili?

 Ai bei tempi in cui i vari Andreotti, Craxi, Ciampi stampavano la lira nella tipografia sotto casa, e tutti pensavano di essere ricchi e felici, la Calabria contò 30.000 (trentamila!) operai idraulico-forestali: una delle cause principali della corruzione degli elettori, senza la quale non si può verificare la corruzione degli eletti. Oggi che si paga in pesanti euro, sono solo, solo!, 7.000; una forza lavoro notevole, anche al netto dello scandalo di Calabria Verde e robaccia del genere. I 7.000 sono stati messi all’opera, durante l’estate? Hanno ispezionato fiumi, torrenti, “rii”, fossi e quant’altro? Tanto per fare nomi, qual è la situazione di Ancinale, Beltrame, Alaca? E, ancora più pericolosa, la situazione degli innumerevoli burroni e valloni del territorio? E, negli stessi centri urbani, sono pulite o no le reti fognarie?

 Tali operazioni preventive sono indispensabili al fine di evitare alluvioni, e morti, e commosse cerimonie rievocative delle quali faremmo volentieri a meno.

 Infine, siamo preparati agli eventi estremi? Sono mai avvenute esercitazioni? Sono state emanate indicazioni e regole? Sono individuati luoghi e strutture? Non sulla carta, dico: di carte, stiamo certi che negli uffici ne giacciono, mai lette, a tonnellate.

 Pulizie e prevenzione ed esercitazioni sono operazioni da fare prima e non dopo i disastri. In questa declinante estate del 2017, cos’hanno fatto, la Regione in ferie e i Comuni danzanti?

 Ah, se qualcuno mi rispondesse! Qui, su queste stesse pagine, non con privati e delicati messaggini.

 A proposito: se nessuno risponde, vorrà palesemente dire che io ho ragione e qualcuno ha la coda di paglia. Ovvio, no? Ma anche questa volta preferirei essermi sbagliato io.

Ulderico Nisticò


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