Qualche considerazione su Cutro


 Tutta l’umana pietà per i morti; ma i sentimenti non devono impedire considerazioni razionali. Vero che sono stati condannati (e spero restino in galera) alcuni scafisti. Non mi pare però tollerabile che, dopo due anni, le indagini siano ancora nel vago, e non si sappia con certezza la dinamica dei fatti, e se c’è o non c’è qualche colpevole di omissione o altro.

Colpevole con nome e cognome, intendo, non generiche accuse di natura morale o ideologica; accuse che, senza certezze di polizia e magistratura, lasciano campo libero a divagazioni, e qualche volta insinuazioni, di natura politica; o, come abbiamo visto, anche di propaganda partitica. Le lungaggini delle inchieste sono già un’ingiustizia.

Io vorrei sapere la nuda e cruda verità:

  • da dove sono partiti quegli sventurati: dalla Turchia che l’Europa paga per sorvegliare?
  • se è vero che, prima dell’imbarcazione finale, c’era al largo una vera nave, e sia avvenuto un trasbordo sopra un natante in pessime condizioni e in mano a criminali;
  • se ci sono stati allarmi o qualsiasi altra segnalazione, e quindi ci siano state omissioni o errori;
  • perché gli scafisti, o chi per essi, miravano esattamente alla spiaggia di Cutro, e con quali precise finalità di sbarco lì, e nella notte;
  • perché la precaria navicella è invece finita sulle secche, rovesciandosi: nessuno conosceva la situazione reale? nemmeno gli scafisti? Mi pare ovvio che se lo sbarco fosse avvenuto sulla spiaggia e non sulle secche, sarebbe stato, al peggio, un urto, non un naufragio.

Vorrei, e prima del terzo anniversario, sapere con precisione quanto è ancora non chiaro. Prego i lettori di non divagare: della questione dell’immigrazione clandestina parleremo un’altra volta. Chi volesse intervenire, lo faccia sull’argomento di cui ho scritto.

Ulderico Nisticò