L’anno scorso, l’ultima d’Italia era Crotone; quest’anno, Reggio. “Si sciala” Catanzaro, al 90mo posto su 117 province.
C’è poco da arrampicarsi sugli specchi: la classifica, che non è fatta da comizianti ma da un foglio autorevole come il SOLE 24 ORE, ha tantissimi indicatori, tra cui, solo tra cui, i soldi. Pure quelli, immagino, in mezzo a tutte quelle cose, novanta cose, che costituiscono la vita civile di un popolo.
C’è poco da mostrare foto con spiagge e mare come se il mare ci fosse solo in Calabria, il che non è assolutamente vero, perché di mari ce ne sono per due terzi della superficie terrestre, e molti sono più belli, e moltissimi sono molto più attraenti e attrezzati a scopo turistico.
C’è poco da mostrare travasi di bile e inventarsi che al Nord stanno malissimo ad aria pulita, perché il Nord è zeppo di montagne e di laghi.
C’è, invece, da prendere atto della realtà e fare tali cose:
– Intervenire fattivamente su socialità e servizi, spesso carenti.
– Intensificare le attività produttive, che sono la sola possibile e praticabile giustizia sociale, senza sognare più alcuna forma di assistenzialismo avvelenato tipo anni 1970.
– Vietare non dico per legge ma a colpi di sberleffi sia la vanagloria calabra a colpi di “qui sbarcò Ulisse”, sia il piagnisteo lautamente retribuito e i film in falso dialetto con sottotitoli in falso italiano.
Quest’anno tocca a Reggio, però a Reggio tocca anche il Capodanno. L’anno scorso, che era a Crotone, di Crotone si parlò pochissimo. Vediamo se faranno meglio sullo Stretto. Per esempio, quella mattina intitolare una via, che manca, a Fitone.
Chi era Fitone? Beh, dite a Falcomatà di mandarmi una lettera protocollata, e glielo spiego. Oppure legga il mio prossimo libro, bene inteso prima acquistandolo.
Ulderico Nisticò