Quest’estate non cambiare, stessa fogna stesso mare


catona mareIl 22 giugno il calendario apre la stagione estiva, anche se il meteo non è dei migliori inizia il periodo di grazia per Reggio che gode dell’ affaccio costiero apprezzato dai residenti e da quei pochi turisti che si fermano in Città.
Eppure l’incuria e l’incapacità amministrativa riesce a rendere anche questa risorsa, offerta dalla natura a costo zero, un esempio di degrado in corrispondenza della bella stagione con interi tratti costieri impraticabili per la presenza di scarichi fognari a cielo aperto.
33 chilometri, dal lungomare di Catona e gallico sino al famigerato scarico del depuratore di Ravagnese in perfetta sincronia con il lungomare di Pellaro, tutti gli scarichi di acque nere al mare.
Uno scenario che, nonostante i proclami del signor Falcomatà, rimane anche per quest’anno il fiore all’occhiello della negatività dell’ amministrazione comunale, incapace anche delle minime manutenzioni in queste aree ritenute dalla sinistra ambientalista ed ecologica a rischio per la salute pubblica soltanto quando il governo era di colore diverso.
gallicoEppure qualcuno dovrebbe spiegare che fine abbia fatto quel tesoretto di risorse pubbliche che la Regione, a targa centro destra con Scopelliti, mise in campo nel 2011 con atto deliberativo del CIPE che prevedeva ben 35 milioni di euro da destinare alla riqualificazione ed al potenziamento del sistema per la depurazione nella città di Reggio Calabria.
Dunque una serie di interventi strutturali che la Giunta comunale nel 2012 mise subito in campo lavorando a progettazioni per la riqualificazione della rete fognaria e per il potenziamento della depurazione proprio per far fronte al problema di un territorio che negli anni dell’abusivismo urbanistico e degli investimenti infrastrutturali ha visto la realizzazione di impianti depurativi localizzati, in aree come Gallico e Ravagnese, che nel tempo si sono rivelati inadeguati sia per la loro location che per la funzionalità.
Un finanziamento importante qualleo dei 35 milioni, destinato alla risoluzione di questioni che negli anni 90 furono disattese ed ignorate determinando un sistema insufficiente ed obsoleto.Oggi la palla è tornata a quella sinistra demagogica che, nonostante le risorse cospicue a disposizione ma tenute nascoste all’opinione pubblica, registra notevoli ritardi ed apre la stagione del mare infestato da fogne e liquami tossici.
Un primo intervento, annunciato in pompa magna da Falcomatà la scorsa estate, determinò la spesa di circa 3 milioni di euro lasciati a disposizione dalla giunta Arena e destinati alla riqualificazione degli scarichi a mare in zona centro, tempietto a mare e lido comunale; i soldi sono spesi ma la fogna è sempre lì, sulla spiaggia del cuore di Reggio, a ricordare che selfie e pubblicità non risolvono i problemi di una Comunità vilipesa e penalizzata da chi oggi la governa e ignora i problemi sotto una cortina di silenzio.

Renato Di Pietro


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