Svolta nel caso del drammatico rapimento della neonata avvenuto la sera del 21 gennaio scorso in una clinica privata di Cosenza. Rosa Vespa, la donna di 51 anni accusata del sequestro, si sottoporrà al giudizio abbreviato condizionato all’esito di una perizia psichiatrica.
Lo ha disposto il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Cosenza, Letizia Benigno, al termine dell’udienza tenutasi oggi.
Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 27 ottobre, data in cui verrà formalmente conferito l’incarico al perito che dovrà valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputata al momento del fatto.
Rosa Vespa è accusata di “sequestro di persona” con l’aggravante di aver agito in un luogo sensibile, in riferimento alla struttura sanitaria da cui prelevò la neonata di appena un giorno. La richiesta di rito abbreviato subordinato a perizia è stata avanzata dalla difesa della donna.
”Il giudice ha accolto la nostra richiesta anche in considerazione del fatto che agli atti sono presenti due consulenze diametralmente opposte”, ha dichiarato l’avvocato Teresa Gallucci, legale di Rosa Vespa, sottolineando la necessità di un accertamento tecnico super partes per chiarire il quadro clinico e psicologico dell’imputata.
Nel frattempo, la famiglia della madre della bambina ha deciso di intervenire nel procedimento penale: sia i nonni paterni che quelli materni si sono costituiti parte civile. La loro presenza nel processo è volta a ottenere il pieno riconoscimento del danno subito a causa del trauma e dell’angoscia generati dall’atto.
Allo stato attuale, Rosa Vespa resta agli arresti domiciliari in attesa che si svolgano i prossimi passaggi processuali, a partire dall’affidamento dell’incarico peritale. L’esito della perizia psichiatrica sarà cruciale per le sorti del procedimento e per la decisione finale del giudice.