…ovvero, cum parole non si mantengono li Stati (Machiavelli), e tanto meno si ottiene la pace. La storiografia, fin dai tempi della Guerra di Troia, ha il vizio di raccontare le guerre che si combatterono, poco e nulla dicendo delle tantissime che non si iniziarono, giacché qualcuno fece qualcosa per evitarle.
Vi porto un esempio che sorprenderà qualcuno. Gerusalemme, luogo oggi di ogni violenza da entrambe le parti (per semplificare, gli Arabi e lo Stato d’Israele), ha goduto, sotto i Turchi, di tranquillità dal 1187 al 1917: mica poco! E uno nostrano: il Meridione è stato senza guerre dal 1503 al 1798, ben difeso da invasioni esterne, e all’interno tenuto sotto seria disciplina dai viceré asburgici dei due rami, e poi dai primi Borbone.
Dal 1815 al 1914 l’Europa rimase, con qualche scossone, negli equilibri del Congresso di Vienna; e quasi senza conflitti, o molto brevi. Ricordiamo gli autorevoli interventi di Bismarck con il Congresso di Berlino del 1878 e Conferenza del Congo del 1881. Nessuno riuscì a fermare i meccanismi diplomatici e militari che condussero alla Prima guerra mondiale; e, a causa delle utopie e astuzie di Wilson e Clemenceau, e dei confini assurdi del 1919, alla Seconda. Eppure il Convegno di Monaco del 1938, ponendo fine all’inconsistente Cecoslovacchia (che, rimessa a forza nel 1945, si sfascerà poi da sola nel 1992), rinviò lo scontro; e i due Arbitrati italotedeschi di Vienna impedirono una guerra tra Ungheria e Slovacchia e una tra Ungheria e Romania. Tutto questo venne fatto con il minimo possibile di parole e il massimo di realismo.
Oggi sono in atto due guerre ai confini dell’Europa e del Mediterraneo. Non sapremo mai – ed è bene così – cosa Trump ha detto allo Stato d’Israele; sappiamo cosa sta dicendo a Russia e Ucraina.
Una cosa è certa, e lo vedremo a breve, che Trump non intende far entrare l’Ucraina nella NATO. Perché ne sono certo? Ma perché Trump già non ama la NATO com’è, e vuole imporre agli “alleati” di pagarsi le spese militari: tanto meno vorrebbe allargare la NATO, assurdamente a due passi da Mosca.
Forse l’Ucraina potrebbe, tra un dieci, vent’anni, pensare di entrare nell’Europa Unita; ammesso, e non per niente concesso, che tra un dieci, vent’anni… o tra qualche annesso questa Europa dei burocrati e dei tappi di bottiglia e delle forma delle ricotte ancora ci sia. E ne dubito.
Ulderico Nisticò