Vi sono sfide che confermano l’uomo non esista che nella lotta contro i propri limiti così come vi sono prodigi che risultano difficili da accettare pure come tali per l’incredibilità intrinseca che hanno.
Nell’avvincente lotta tra cavalli di razza sui crinali del Pollino Christian Merli al tramonto di una giornata calda di Giugno ha la meglio su Simone Faggioli e davanti al maxischermo che in zona partenza mostra in tempo reale i rilievi cronometrici, è l’apoteosi del Campione trentino da parte della marea di spettatori equamente vicina per stima ad entrambi i mostri sacri ma inevitabilmente infervorita dal cinico responso del cronometro.Il popolo delle salite avrebbe forse voluto saperli vincitori entrambi, ambedue stringere lo stesso trofeo e condividere il medesimo gradino del podio ma le competizioni sanciscono sempre vincitori e vinti e bella o brutta che sia, hanno una comunque fine.
Erano stati i più, nelle ultime edizioni della Morano- Campotenese a credere quel record del 2016 fosse il tempo più basso che si potesse ottenere su un tracciato veloce ed insidioso lungo 7km e 100m e che l’unico a riuscire a scendere sotto quei 2:40 potesse essere un giorno lo stesso pluricampione toscano che tre anni fa lo aveva siglato. Nelle gare automobilistiche, come del resto nella quotidianità della vita, ci sono le evoluzioni, i cambiamenti, le soddisfazioni e le delusioni, le crescite ed i declini.
La storia di Simone e di Christian racconta di inseguitori divenuti inseguiti, di combattimenti sul filo di decimi preclusi ai comuni mortali, di rivalità eterna e di comune signorilità, soprattutto di rispetto reciproco Il record della Morano-Campotenese è divenuto, col 2:39.24 griffatto domenica, di Christian Merli. Suo il Pollino, suo ad oggi il tempo migliore impresso sull’albo d’oro della manifestazione. L’edizione migliore della corsa sul massiccio calabro-lucano, porta seco in archivio partecipazione eccezionale e record astrale del Campione d’italia e d’Europa ma pure un grande insegnamento di vita… nessuno può vincere senza aver prima imparato a perdere.
Massimiliano Giorla