Regole regionali sul lidi. E Soverato?


Giovanni Calabrese – Assessore alla Tutela dell’ambiente e al Turismo della Regione Calabria

Quando mi capita di parlare bene di qualcosa, anche della Regione Calabria, credetemi che lo faccio volentieri e con mia distensione dell’anima. La Regione, su proposta dell’assessore Calabrese, detta regole per le concessioni balneari. Io ne parlo da anni, e si vede che le opinioni circolano.

Da quello che leggo, trovo importanti due punti. Il primo lo definirei antidilettanti: le concessioni devono valere per un minimo di QUATTRO mesi. Antidilettanti, perché dovrebbe impedire il vizietto di gestire un lido durante le ferie.

Farei un netto passo avanti: selezione, con precisi requisiti, degli ammessi a chiedere concessione; e obbligo di qualcosa che ne attesti la professionalità, e così si dica del personale, che dev’essere qualificato e regolarizzato.

L’altro punto, lo chiamerei debalneizzazione del turismo; un turismo che in Calabria è rimasto in massima parte “Tutti al mare… ” come negli anni di Sapore di sale e dei gabbiani in ogni canzonetta.

La Regione, leggo, intende favorire “iniziative di varia natura presenti sul territorio, aventi carattere culturale, didattico, congressuale, religioso, enogastronomico, sportivo, fieristico, divulgativo, ecologico e ludico”. Farei un netto passo avanti anche in questo caso: ritirare la licenza a chi non organizzi, e seriamente, quelle attività.

Musica per le mie orecchie, e apprezzo l’intenzione della Regione e di Calabrese: sperando venga immediatamente e draconianamente applicata.

Ed è fin troppo facile riconoscere che Soverato è difettosa palesemente in entrambi i punti. Il primo, qui quasi tutti chiudono di fatto verso fine agosto, alla faccia della destagionalizzazione, che è come la filiera del legno: roba da comizio elettorale!

Per l’altro punto, avete mai visto un’attività culturale, eccetera, organizzata da un lido? È mai successo che un lido abbia consigliato ai bagnanti di visitare la Pietà?

Ecco un suggerimento al Comune: faccia suo l’atto regionale, e lo attui. Chi non si adegua, cambi mestiere. È ora che Soverato lasci gli amati anni 1950, e si accorga di essere nel 2025.

Ulderico Nisticò