Renzi rimette in moto?


renzi1Aveva detto che sarebbe venuto in Calabria ogni tre mesi, però mancava da un paio d’anni. Colpa sua, oppure colpa dei Calabresi che gli facevano trovare le strade asfaltate e le scuole pulite, ovviamente le scuole e le strade da lui percorse; e siccome “l’è fiorentino” e la sa lunga, ha pensato bene di non farsi prendere in giro.
Comunque è venuto, ha fatto cadere il diaframma, e insiste che il 22 dicembre inaugurerà l’A3. Impossibile? Ma no, possibilissimo: servono soldi e organizzazione del lavoro, e si può tutto.
Ha detto che sta rimettendo in moto il paese. Applichiamo questo concetto alla Calabria.
Con buona pace dell’ultima moda, secondo me assurda, che è quella dell’ottimismo parlato e stampato, la Calabria è notoriamente l’ultima d’Italia, e concorre con successo a ultima d’Europa. Come mai? Ora ve lo spiego.
Quando ero alla Media, e studiavamo gli Stati europei, il mio libro diceva, con qualche variante, che essi avevano agricoltura, industria, miniere, turismo; e producevano ovini, bovini, suini, cereali, patate, ferro, amianto, bauxite… Io, pur ignorando allora, e restando tuttora nella sconoscenza di cosa sia la bauxite, ripetevo con diligenza quanto sopra.
La Calabria del 2016 non produce né bauxite né altro, non possiede industrie di alcun genere, e la sua agricoltura è in stato di abbandono per almeno due terzi, e lo stesso per i suini. Il turismo è un caos agostarico, e tace per tutto il resto dell’anno. I ragazzi sono in fuga, però in aereo e con valigia di pelle. Il Meridione in genere da tre anni vede numeri agghiaccianti: i morti superano i nati; e siccome qui non muore nessuno e l’unica attività in espansione sono le case di riposo, vuol dire che nessuno nasce.
Se un’intera regione di 15.000 e rotti kmq e nominalmente due milioni di anime non produce un bel niente, mi dite come fa a campare? Di “posti”? Ragazzi, ma credete alle favole?
E allora, vediamo se Renzi ci vuole davvero svegliare. Certo che servono le strade e le ferrovie; e bisogna ammodernare i collegamenti con le aree interne. Ma le infrastrutture vanno finalizzate a produzione e lavoro.

Ulderico Nisticò


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