Replica di “Montepaone Riparte” al Gruppo di opposizione


Il difficile quadro sanitario e sociale con cui stiamo convivendo da ormai un anno ci ha indotto ad evitare ogni polemica specie se superflua. Per questo motivo, sino ad oggi, abbiamo preferito evitare ogni replica alle esternazioni del gruppo di minoranza consiliare, o forse è meglio dire di qualcuno dei suoi esponenti. Di fronte all’ennesima sgangherata sortita non possiamo restare silenti e siamo costretti a rispondere punto per punto alle gratuite, strumentali e strampalate accuse che ci vengono rivolte.

Andando a rimorchio dei soliti tuttologi, il gruppo di minoranza consiliare ha trovato opportuno scagliarsi contro un semplice avviso con il quale il sindaco è stato costretto a ribadire che l’accesso agli uffici comunali è momentaneamente sospeso al pubblico e consentito solo previo appuntamento telefonico, per ragioni di urgenza. In pratica una norma che da ormai un anno vale per tutti gli uffici pubblici: dai tribunali compreso il TAR, all’agenzia delle entrate, all’Inps, alla Regione e così via. Gli uffici Comunali non sono chiusi. Tutti i dipendenti continuano a lavorare, ad incontrare responsabili delle ditte affidatarie di servizi provenienti da ogni angolo della Calabria e non solo, ad effettuare sedute di gare insieme a dipendenti di altri comuni. Come tutti sanno, compresi i consiglieri di opposizione ogni giorno presso gli uffici comunali transitano decine e decine di persone, non tutte per motivi improcrastinabili. Ciò finisce per creare assembramenti proprio all’interno della Casa comunale. Una situazione che non poteva più essere tollerata e che si è cercato di prevenire anche in epoche in cui il Covid era lontano.

Ad avviso del gruppo di opposizione prima di sospendere l’accesso agli uffici comunali il Sindaco avrebbe dovuto chiudere le scuole. Viene sostenuta una simile ipotesi a poco più di 48 ore dal nuovo provvedimento cautelare con cui il Tar ha sospeso l’ordinanza regionale di chiusura delle scuole. Provvedimento giudiziale con cui si è ribadito che il diritto all’istruzione può essere intaccato solo in presenza di determinati requisiti che allo stato non sussistono né sul territorio Regionale né comunale. Sperando di non dovervi più ricorrere, il sindaco come già fatto in passato, anche alla luce del risultato dei soli test rapidi, adotterà ogni idoneo provvedimento richiesto dalle circostanze e consentito dalla legge.

Il gruppo di opposizione poi non riesce nemmeno a comprendere che la decisione è stata assunta non tanto e non solo a tutela dei dipendenti comunali, ma soprattutto in favore del pubblico. È evidente che qualora si sviluppasse un focolaio all’interno delle mura comunali i contatti più difficili da tracciare sono proprio quelli del pubblico.

Ugualmente fuori luogo è il paragone con il Consiglio comunale svoltosi nel mese di gennaio. Anche qui la minoranza incorre in un clamoroso errore, non comprendendo che la ratio della decisione è la medesima e forse non comprendendo appieno il ruolo che sono chiamati a rivestire. Il consiglio comunale si è svolto a porte chiuse, in un’aula di palazzo Pirrò capace di ospitare numerose persone, ben areata, e dove potevano essere presenti al più i consiglieri chiamati ad esercitare il loro “munus” e il segretario verbalizzante. Il soggetto positivo aveva frequentato i differenti locali della delegazione, sanificati in un giorno festivo e senza necessità di chiusura, e tutti i consiglieri di maggioranza che transitati presso questi locali si erano sottoposti prima della seduta a test, per qualcuno anche doppio.

Infine una precisazione: il Sindaco sta informando la popolazione ogni qual volta vi è una novità da comunicare. Proprio ieri è stata postata la notizia di 3 nuovi casi riscontrati dopo diverse settimane senza la presenza di soggetti positivi sul territorio.
L’opposizione, o meglio qualcuno dei suoi membri, dovrebbe avere più a cuore la realtà dei fatti e non pensare di nascondere dietro il fumo delle sue ridondanti parole l’incolmabile vuoto di contenuti.

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