Ricetta elettronica e cultura e Regione


ricetta rossaTutta Italia usa la ricetta elettronica… beh, non proprio tutta, manca un pezzetto, un pezzettino, un quartino, uno spezzatino, che è, indovinate, la Calabria. È una delle nostre 999.999 manchevolezze, e speriamo di arrivare presto al milione. Aggiungete i primati di miseria, emigrazione, disoccupazione, opere incompiute… e il primato di antimafia segue cena; eccetera. Insomma, ogni giorno apprendiamo che la Calabria fa pena: per consolarci, qui fu la Magna Grecia, sbarcò ripetutamente Ulisse, e i templari furono bruciati non a Parigi ma a Papanice, con purissimo legname della Sila.

 Ah, dimenticavo l’assenza assoluta da ogni fatto culturale della Giunta di Alto Profilo.

 La colpa è senza alcun dubbio dei seguenti signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, G. Nisticò, B. Caligiuri, L. Meduri, G. Chiaravalloti, A. Loiero, G. Scopelliti (Stasi), M. Oliverio. E dei deputati e senatori dal 1943 a oggi… Senza dubbio e senza distinzione tra sedicente destra e sedicente sinistra: tanto sono tutti dello stesso club service, loggia e roba del genere.

 Verissimo. Ma, per usare un celebre paragone militare, Napoleone diceva che la forza di un esercito sono i suoi sottufficiali: il miglior piano di battaglia del mondo è carta straccia, se non arriva all’attuazione tramite i suoi meccanismi operativi. Ovvero, la colpa vera è di quella manica di inutili e ignoranti, tutti meno uno, che sono i passacarte della Regione. Sappiamo che tutti meno uno sono stati assunti loro sanno come, e tutti meno uno si sapeva bene fossero ignoranti e inutili; e, tutti meno uno, lo sono. Chi è questo “uno” io lo so, ma non posso dirlo per la privatezza (come dicono i servi degli Anglosassoni, privacy).

 Un politico serio agirebbe su questa mandria di inetti tutti meno uno, obbligandoli a lavorare.

 Già, ma è come dire obbligare me a tradurre dal greco classico, e fin qui ci siamo; e poi obbligarmi a giocare a basket, e qui farei ridere me stesso e i polli, perché non ne sono capace. I sederi piatti tutti meno uno sarebbero magari capaci di basket, di antropologia culturale, di letteratura cinese, però non sono capaci di fare i funzionari regionali. Ergo, a casa!

 Ma non è possibile… i sindacati… il tribunale del lavoro… Ora ve lo dico. Chi ha fatto il militare, come me, negli anni 1970, sa bene che le caserme erano zeppe di tenenti colonnelli e capitani invano speranzosi di una promozione, militarmente zero e spesso moralmente discutibili, tutti meno uno. Come si fece, verso il 1980, a sbarazzarsene? Bastò far circolare la paroletta “Libano”, e tutti, stavolta tutti, si diedero malati (marcare fogna, in linguaggio da caserma), o fecero domanda di pensione anticipata.

 Ci sarà un modo simile, o no, per costringere i pigri e ignoranti a levarsi di torno? Ma sì, basta controllarli due o tre volte la settimana: quando si sentiranno il fiato sul collo, vedi come volano i certificati medici!

 Ci vorrebbe un presidente… no, ci vorrebbe un commissario giapponese. Un presidente che appartenga allo stesso club service e loggia degli scaldasedie, sarebbe come loro.

Ulderico Nisticò


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