Ricorso al TAR e Medicina bis; con appendice sulle università di Soverato


Ricorso  Chi l’ha detto che in Calabria non c’è fiducia nella magistratura? Ma se sono secoli e secoli che il sogno di ogni calabrese si riassume nell’invocazione “u denunziu”! E via cause di durata senza fine; non scherzo: è finita due o tre anni fa una procedura iniziata ai tempi dell’eversione della feudalità… nel 1806!

 Siamo dunque in piena dicastofilia con tendenza alla dicastomania, con qualche momento di dicastocrazia; e non scordiamo che la Calabria pullula di avvocati, moltissimi dei quali a corto di clienti, e non gli pare vero di trovarne uno, e uno importante come il Comune di Catanzaro.

 Fu così che la questione di Medicina a Cosenza sfociò nella soluzione miracolistica di non far niente e aspettare una sentenza… e dopo quella, un appello… e dopo l’appello… e una Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non vi attizza, con titoloni sui giornali?

 La versione ufficiale dei Catanzaresi (sindaco e minoranza, maggioranza all’opposizione: cose di Catanzaro!) è che a Cosenza si sono svegliati storti e hanno aperto Medicina alle prime luci dell’alba: tipo quando i meridionaldomenicali pinoaprilati fanno iniziare la storia umana con lo sbarco di Garibaldi, ignorando totalmente tutti i fatti precedenti. Così i ricorritori al TAR e gli intellettualoni dei Tre Colli, e tutta la nobile borghesia a colpi di Vava’ e Nene’ e Bibi’… nessuno si accorse mai che a Cosenza funzionava da due anni un corso dalla dicitura troppo complicata per essere vera, Ingegneria Medica o qualcosa del genere. E nessuno batté ciglio, anzi erano tutti contenti. Oggi, in attesa di TAR, Cassazione e Ordalie con passeggiata sui carboni ardenti, Cosenza annunzia che già nel 2025 ci saranno i primi laureati e specializzandi.

 Intanto non si sa che sorte si aspetta la mitica Azienda Dulbecco… Ovvero, a Cosenza si pigliano Medicina, e a Catanzaro fanno come i capponi di Renzo. Avete letto i Promessi Sposi? No? Peccato!

 Intanto l’impatto ed effetto dell’Università sulla città di Catanzaro è nullo; e se i casermoni fossero in territorio di Caraffa (bastavano 500 metri a ovest!) sarebbe la stessa cosa; e anche se a Simeri Crichi e a Nardodipace e a Falerna in attesa di un altro sbarco di Ulisse.

 A proposito, siccome in Calabria non si usa nominare gli altri, ricordo a Fiorita che l’idea di Lettere a Sala è mia; l’ho detto per satira, egli invece l’ha presa sul serioso. Ebbene, trovi una stanza e da lunedì inizio le lezioni a colpi di congiuntivo futuro greco. Ma la laurea non avrebbe valore legale… lo dite voi: c’è sempre un ricorso al TAR.

 Del resto, amici di Soverato, voi lo sapete che a Soverato City ci sono due, e dico due (02) istituti universitari a distanza fisica di un chilometro? Ebbene, non lo sa quasi nessuno. E nessuno ha mai visto studenti e docenti deambulare sul corso o comprare dei calzini al mercatino… e figuratevi se i chiarissimi docenti hanno mai ammirato la Pietà del Gagini; o se hanno mai sentito una virgola di storia e sociologia e cultura di Soverato! Ecco, se i due istituti fossero situati a Pietracupa, detta anche Elce della Vecchia, o a Papanice, sarebbe la stessa cosa: cioè effetto sociologico su Soverato, zero.

 Ah, trovate anche oggi l’errore. Quello di ieri è sfuggito a tutti i laureatoni.

Ulderico Nisticò