Rieducare i maschi a fare i maschi


 Sono sicuro che molte gentili lettrici mi mangeranno vivo, e anche qualche lettore politicamente corretto. Siccome io corretto non sono, bensì tutt’altro, educatamente me ne impipo.

 Si verificano troppi casi orrendi di delitti di maschi a danno delle donne. Non è certo cosa nuova, e le cronache e la letteratura del passato ce lo insegnano; ma siamo nel 2023, e non posso consolarmi sul fatto che anche Otello uccise Desdemona… o che, per le pari opportunità, Clitennestra fece a pezzi Agamennone.

 Nei nostri anni, secondo me, c’è un problema di educazione dei maschi; e dico questo in senso del tutto opposto ai politicamente corretti e buonisti vari. Bisogna tornare a educare i maschi a fare i maschi.

 Tv, film, romanzi eccetera sono zeppi d’amore… e del resto anche l’Iliade iniziò per causa di Elena; e Dante era innamorato di Beatrice, Petrarca di Laura, eccetera. Vero, ma questo non impedì all’Alighieri di combattere a Campaldino, fare politica, sperare nell’Impero e comporre la Commedia e altro. Se Dante avesse trascorso la vita con la monomania di Beatrice, al massimo lasciava qualche sonetto d’amore, che a vent’anni è bello, a trenta già è curioso, a cinquanta è buffo. Che Francesco Petrarca fosse davvero innamorato della non meglio nota Laura, appare molto più credibile dell’amore dantesco; però il Canzoniere fu chiamato da lui “Rime sparse”, un passatempo, e di cui vergognarsi: leggete “Solo e pensoso”.

 Oggi i maschi vengono educati al chiodo fisso dell’amore; e se un amore va male (statisticamente, almeno il 50%: ripassate ciascuno la propria vita), non voltano pagina, ma si vedono crollare il mondo addosso: il loro piccolo, piccolissimo mondo, fatto solo d’amore. Amore, si fa per dire: infatuazione, legame… Conseguenza: o cadono in depressione, o diventano violenti. La violenza non è forza, è solo una malattia psichica.

 C’è, per i maschi, una grave carenza di mascolinità. Mancano le amicizie dei coetanei altrettanto delusi in qualche sentimento: gli amici, rimedio di ogni paturnia mentale. Alzi la mano chi può vantare una cena maschile, senza donne di famiglia sempre salutiste e pronte a centellinare il vino e a colpi di “Ti fa male”: alla faccia di Alceo e Orazio!

 Anche la scuola ha le sue colpe, e gravi. Troppo spesso il prof a corto di idee assegna tracce piagnone e deprimenti; e troppi ragazzi, non capendo il meccanismo banale che ha ingenerato la traccia lacrimosa, la pigliano sul serio e la svolgono. Troppo spesso l’introversione viene scambiata per effetto di chissà quale genialità, quando è solo indizio di debolezza da curare. Troppe mamme impediscono al figlio maschio di crescere e andare da solo in cerca della vita, pericolo incluso. Bello è il pericolo, esclama Platone.

 Ecco come, pure oggi, ho fatto il reazionario; e mi sento meglio.

Ulderico Nisticò