Premessa di natura generale: la carta del 1948 non è “costituzione rigida”, anche se nemmeno del tutto “flessibile”; e comunque prevede (art. 138) di poter essere riformata.
Quelli che parlano di costituzione come fossero i Dieci Comandamenti scritti personalmente da Dio, sappiano che dal 1948 sono avvenute ben VENTI riforme costituzionali, tra cui quella dell’intero Titolo Quinto. Tutto ciò che è umano può essere modificato.
Secondo i principi ispiratori delle costituzioni dal XVIII secolo, vige la distinzione tra potere esecutivo, potere legislativo, potere giudiziario. Parliamo di questo, e rileviamo che compito del potere giudiziario è di applicare le leggi emanate dal potere legislativo.
È invece accaduto, in Italia, che la debolezza del potere esecutivo con caduta dei governi a pioggia, e la sempre discutibile qualità del legislativo abbiano causato di fatto l’allargamento del potere giudiziario.
E tuttavia questo si è verificato in un modo ambivalente: c’è stato un periodo in cui l’opinione pubblica venerava il potere giudiziario e i giudici; una fase seguita però da una crescente disistima non solo e non tanto per le persone di alcuni singoli giudici (vedi CSM e caso Palamara e misteriosi silenzi di chi doveva parlare!!!), ma del sistema.
La massima parte dei circa seimila magistrati fa il suo lavoro; non è però un merito, è solo un dovere, più o meno come lavorano tutti quelli che lavorano. Vero però che ci vogliono anni per veder finire un procedimento giudiziario, ed è questa la ragione più evidente della crescente sfiducia nella magistratura. Che sia ufficialmente politicizzata è palesemente una follia.
Se uno è testimone di un delitto, si deve preparare a un avvenire eroico e tragico; non dico per paura, perché di qualcosa dobbiamo pur morire; dico per anni e anni di convocazioni in tribunale per sentirsi dire “Rinviato a nuovo ruolo”!!! Ah, se non si presenta, è reato. Del civile, non parlo nemmeno, giacché gli anni sono decenni.
Serve, accanto alla separazione delle carriere, una riforma generale di tutto l’apparato giudiziario. Serve una revisione totale sia delle infinite leggi che dilagano per l’Italia, sia delle interpretazioni, sia soprattutto delle ideologizzazioni. Di leggi ne bastano pochissime e brevissime e chiare. E i giudici le devono solo applicare, e non farsi leggi per conto loro.
Il parlamento ha approvato. Ora andiamo al referendum, così vediamo cosa ne pensa la pubblica opinione.
Ulderico Nisticò