Da che mondo è mondo, ogni riforma suscita proteste, o per neofobia o per comodi o in buona fede. Protestano i magistrati per la separazione delle carriere, e minacciano magari una giornata di sciopero: vuol dire che una causa civile, che di solito dura una ventina d’anni, durerà una mattinata di più; poco male. Le leggi, come spero sappiate, le fa il potere legislativo, non il potere giudiziario, che le deve applicare. Avete mai sentito parlare di Montesquieu? Se no, informatevi.
Ha protestato anche un cantante, bravo cantante, per il divieto di guidare drogatelli; intanto, se lo beccano, passa un guaio. Le leggi le fa il potere legislativo, non il cantante bravo.
Protesta qualcuno anche per l’intenzione di Valditara di ripristinare a scuola il latino e la storia italiana. Anche in questo caso, si scontrano diverse opinioni: c’è chi pensa che la scuola sia una specie di centro di accoglienza per disadattati, e c’è chi pensa serva a insegnare.
Per ragioni ideali e professionali, io sto con il latino; però ho già messo le mani avanti: se latino dev’essere, latino sia, non una spruzzata di rosa rosae. Perciò a insegnare latino devono essere professori che all’università abbiano sostenuto con successo almeno due esami di latino; meglio se anche glottologia eccetera. Se non se ne trovano, le scuole organizzino corsi, utilizzando professori con le suddette qualifiche. Corsi seri, ovvio. Non c’è niente di male che uno impari quello che non sa o che magari ha dimenticato.
Lo stesso per la storia. Io non ho niente contro la Patagonia e la Groenlandia, anzi ultimamente ho scritto proprio su questa ghiacciata isola, che appartiene alla Danimarca… ma non all’Unione Europea. Stramberie della storia. Non è però tollerabile che si esca da una scuola italiana ignorando la storia d’Italia, e magari – succede – dopo aver studiato la Guerra dei cento anni minuto per minuto perché il testo italiano lo hanno scopiazzato da un testo francese. Ancora peggio, la storia del Meridione, che ai Meridionali è quasi ignota.
E le proteste? Scusate tanto, ma io quelle dei partiti non le piglio nella minima considerazione, essendo campagna elettorale. Mi piacerebbe invece che a discutere, e magari eccepire, fossero dei professori, se parliamo di scuola, e con poderosi argomenti; quanto a diritto, dei giurisperiti, se ancora ce ne sono; i cantanti… cantino.
Ulderico Nisticò