“Vergognamoci, stiamo condannando a morte le persone. Questa volta lascio ad altri la retorica e la diplomazia perché quello che sto vivendo con altri sindaci non merita parole sussurrate. La situazione è fuori controllo, manca qualcuno che guidi una nave che rischia di affondare prima ancora che arrivi la tempesta. Sto tornando ora da Chiaravalle e ci sono tante cose che mi fanno rabbia: vedere che il sindaco sia stato abbandonato e lasciato solo a se stesso come tanti altri sindaci e sopratutto che nessuno abbia il coraggio di dire che non siamo in grado di assistere chi si è ammalato e di dire alle loro famiglie che gli anziani sono destinati a morire”.
“Ci sarà una strage la nostra sanità non è in grado di dare assistenza e non è servita l’esperienza di ciò che hanno vissuto e stanno vivendo le regioni del nord. Anche se i numeri non sono importanti come quelli della Lombardia, la situazione in Calabria non è meno grave. Siamo in emergenza perché di fatto ci stanno dimostrando che nelle nostre strutture ospedaliere non ci sono le condizioni neppure per curare chi si è ammalato a Chiaravalle. Da più di due giorni l’ospedale di Soverato non ha tamponi e non possiamo fare il test ai parenti dei contagiati per sapere se abbiamo nuovi casi sul territorio. Non abbiamo quindi il polso reale della situazione”.
“E se qualcuno si ammala e si aggrava sia chiaro che non c’è la minima idea di dove poterlo trasferire per l’assistenza di cui ha necessità. Quello che sta avvenendo ci deve far vergognare di essere schiavi con le catene al piede. Stiamo pagando il prezzo del clientelismo degli ultimi anni. E se la situazione non è così grave come sto denunciando, assumendomi la responsabilità di quello che dico, che MI SMENTISCANO”.
“Siamo su una barca che non guida nessuno, in un mare che non è in tempesta e che rischia di farci affondare con piccole onde. Prego che la tempesta che vedo in lontananza non arrivi qui perché non ci salveremmo”.
Devono avere il coraggio di dirlo che , avendo malati anziani e compromessi, non si salverà nessuno perché il sistema sanitario calabrese non è in grado di accoglierli. Qualcuno sarà lasciato morire. Che facessero alzare dalle scrivanie i medici e gli infermieri parcheggiati nella Regione con incarichi vari e li mandino nelle nostre strutture sanitarie a lavorare. In Calabria abbiamo fatto andar via i medici valorosi perché non essendo raccomandati non hanno trovato un lavoro e ora sono i dirigenti dei reparti di eccellenza. E tutto per trattenere qui chi, nella situazione di emergenza, non scende in trincea. Ora vogliamo risposte. E ci devono dire che intenzioni hanno con l’Ospedale di Soverato perché vogliamo che venga inviato il personale, attrezzato con i macchinari che servono e che torni ad essere una struttura capace di salvare vite umane. Commissariateci tutti, Comuni, Regione, Sanità perché in Calabria non ci hanno lasciato più niente e la colpa è nostra che ancora non ci ribelliamo”.