Qualcuno continua a ripetere che alle ultime regionali in Calabria avrebbe votato meno del 50%. L’affermazione è sbagliata, e muove da un dato nominale e non reale. E giù i soliti piagnistei… Nella realtà, la Calabria reale, alle ultime regionali, ha votato nella stessa percentuale dell’Emilia Romagna. Ecco i fatti.
Or son anni fa, passò una legge dai nobili intenti e disastrosi effetti: il voto agli emigrati. La cosa si rese in qualche modo possibile per le politiche, facilitata dal voto per corrispondenza.
Per le elezioni locali e regionali, invece, l’ipotetico elettore di origine italiana, nel nostro caso calabrese, dovrebbe lasciare l’Argentina o la N. Zelanda, prendere un aereo, e recarsi fisicamente al seggio. E siccome in Calabria ci furono alcuni, a me personalmente noti, che presero la cosa sul serio, ecco che in un Comune di 1.900 elettori veri ne risultano oltre tremila, contando i pronipoti nuovayorkesi eccetera. Qualcuno ha calcolato che in Calabria ci sono più elettori che abitanti.
Si aggiunga che l’emigrante, giunto la sera prima, dovrebbe votare per persone e partiti di cui ignora l’esistenza. Ovvio che non lo si fa.
Senza dire di un mio amico, unico emigrante che ha rapporti reali con la Calabria, che ricevette la cartolina elettorale ad elezioni strafinite. La cartolina era partita per posta, come ai tempi dei corrieri a cavallo: destinazione, gli Antipodi.
Che fare? Beh, presto detto; e, se davvero voteremo ad ottobre, c’è il tempo. Si scrive un avviso pubblico, mandandolo telematico a tutti i consolati italiani e alle associazioni di emigrati, invitando gli interessati a manifestare, con una nota parimenti telematica ed entro e non oltre il 31 agosto p. v., l’eventuale volontà di esercitare effettivamente il diritto di voto; a risposta negativa, o senza risposta, cancellazione dalle liste.
Quanto agli emigrati stagionali e studenti, si possono trovare soluzioni come il voto per corrispondenza, bene inteso controllato, se no, sai le risate…
Dite voi, ma il Consiglio regionale è sciolto. Ahahahahahah! Quando vuole, lo sciolto diventa solido come una roccia di marmo.
Ulderico Nisticò