Romanzo “Collezioni di cielo”, un viaggio introspettivo dell’animo


IMG_4691“Collezioni di cielo” è il titolo del romanzo di Pasquale Allegro, pubblicato di recente da Gigliotti Editore.
Un viaggio introspettivo dell’ animo, tra sentimenti, sensazioni, ricordi, pensieri e impulsi, per inseguire una verità che il destino gli sussurra continuamente. Un libro che tocca, pur con un linguaggio delicato e poetico, tematiche importanti, come il senso di precarietà, l’ incomunicabilità, la malinconia e il rapporto con il tempo.
Pasquale Allegro è laureato in Lettere e Filosofia. Consulente editoriale e critico letterario, si occupa di cultura per diversi giornali, riviste blog.
Di seguito, pubblichiamo un commento al libro, a firma della scrittrice Antonietta Vincenzo.

“Più che un romanzo è uno sfogo letterario. Una lunga poesia che l’io narrante rivolge alla sua donna e, in parte, anche a se stesso. Un tentativo di mettere a nudo, attraverso lo scritto, ciò che le parole non riescono ad esprimere.
Un modo per farsi perdonare da colei a cui egli dice: ”Tu che parli del moto supino degli alberi di fronte alle carezze del vento, come se anche tu ti piegassi ad ogni sospiro, ad ogni piccolo capriccio del destino”.
Un modo, comunque, di esorcizzare i demoni che lo invadono. Che possano essere la precarietà del momento o l’incertezza del domani o qualcos’altro di indefinito, poco importa.
Una vena di pessimismo kafkiano smorza i toni vagamente lirici che riecheggiano qua e là nel corso del raccontarsi.
Lucidità nell’analizzare il proprio malessere e consapevolezza di non poter far nulla per cambiare la situazione, fanno sentire il protagonista come intrappolato. Ingabbiato e inerme sotto lo “sprazzo di cielo” che lo sovrasta.
Per salvarsi, al protagonista non resta che fuggire, nel tentativo e nella speranza di cambiare il suo destino sotto un altro cielo.
“Lontano lontano me ne voglio andare, penso, mentre i miei occhi finiscono per arrabattare uno sguardo oltre il cielo”.
Ma anche lì, anche altrove, ovunque cambi lo sprazzo di cielo, le speranze vengono disilluse.
Quel cielo più blu che si va cercando non esiste. Non si riesce a trovare da nessuna parte.
E, nel frattempo, nel vagare tra un cielo e l’altro, l’io inizia un percorso di maturazione, di nostalgia verso le cose lasciate. Smarrite.
“Ma non mi dimentico mai la bellezza delle carezze dell’abitudine”
“Provo all’improvviso un desiderio irrefrenabile di sbirciare attraverso la finestra che dà nel giardino dalla veranda…come se l’ultima volta non mi fossi saziato con gli occhi…”

Nostalgia, che lo porta alla consapevolezza che l’unica certezza che rimane è quella da cui egli è fuggito.
“Voglio tornare per non avere paura di invecchiare…per osare di essere diverso sotto lo stesso sprazzo di cielo, e non ripetermi in copie uniformi sotto un cielo diverso”.


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