Sono queste le circostanze che io non amo, anzi vorrei proprio che non accadessero. Ho sempre ritenuto che il parroco, a prescindere dalla fede religiosa dei componenti di una comunità, sia una cellula importantissima nella vita sociale di un paese.
La crescita di ognuno di noi non può fare a meno di una guida spirituale, che sappia coinvolgere soprattutto i giovani sottraendoli dalle tentazioni di devianza; che sappia assistere le persone anziane nella solitudine che spesso regna nella loro vita quotidiana; che sappia, in ogni caso, stare vicino alle persone nelle difficoltà che il cammino della nostra esistenza ci pone di fronte.
È inutile che noi creiamo spazi attrezzati, campi da gioco, strutture varie se non c’è un sostegno morale di una guida spirituale.
Ebbene, quando ho appreso da Don Salvatore del suo nuovo e importantissimo incarico, sono stato felice per lui, ma sono sincero, ho accettato malvolentieri questa decisione dei vertici ecclesiastici, che naturalmente rispetto nella diversità dei ruoli e delle funzioni.
La nostra comunità aveva bisogno ancora di Don Salvatore per la sua capacità di essere spontaneo, vicino a tutti, aggregativo, umilmente sapiente. Lasciatemi dire questa espressione “umilmente sapiente”, che non è casuale. Ho apprezzato, infatti, Don Salvatore in occasione di convegni, nel leggere un suo libro; ho colto le parole dette e scritte da un sacerdote studioso del pensiero umano e filosofico, ma il sapiente è colui che non fa sfoggio di sterile cultura, perché sa porre le proprie conoscenze a servizio della società. Vi è una significativa definizione di sapienza: dote di chi unisce una vasta e assimilata conoscenza delle cose con la capacità e l’equilibrio nel giudicarle. Io aggiungo, è sapiente chi mette questa dote a servizio degli altri.
Don Salvatore ha dimostrato in questi due anni tutta la sua sapienza, perché sa dare tutto se stesso al servizio delle persone. Ecco perché, per me è stato, e lo è stato per mia moglie Patrizia precedente Sindaco, un importante aiuto nella difficile gestione dei momenti di vita civile e religiosa della comunità.
Ricordo che Patrizia, con la sua amministrazione, ha concluso una saggia convenzione Comune/Parrocchia per la gestione degli Spazi attrezzati vicino al Municipio nel nostro borgo proprio per fornire all’oratorio uno strumento necessario per lavorare. Ricordo, anche, che si sta realizzando un campo di calcio a cinque proprio vicino la Chiesa in Marina di San Sostene finanziato dal Ministero degli Interni per combattere la devianza minorile, e io e Patrizia, con le nostre amministrazioni, proprio per i risultati raggiunti da Don Salvatore, avevamo intenzione, e lo vogliamo ancora ora, di fornire all’oratorio altro strumento necessario per lavorare e continuare le iniziative a cui abbiamo assistito sino ad ora. In questi due anni abbiamo visto i nostri parrocchiani confrontarsi con i parrocchiani di altre realtà uniti e aggregati in momenti condivisi.
Da sindaco non posso che accettare le scelte delle gerarchie ecclesiastiche, ma non posso astenermi dal dire a gran voce: Don Salvatore ci mancherà.
Al Vicario Episcopale, Don Gregorio Montillo, oggi presente, non posso astenermi dal dire: non lasciate sola questa comunità, che ha bisogno di una guida importante come lo è stato Don Salvatore.
Dico ciò perché ho letto nel viso delle persone, soprattutto dei ragazzi dell’oratorio, e delle famiglie dei ragazzi dell’oratorio, una profonda sofferenza per il distacco da un parroco che in poco tempo si è fatto amare, perché l’affetto non si misura col tempo di permanenza, ma dal cuore che si mette a disposizione delle persone e Don Salvatore ha donato a tutti tutte le sue energie e il suo cuore.
Chiudo da Sindaco, Don Salvatore auguro un grande futuro nel percorso di Sacerdote, ad maiora.
Chiudo da fedele, Don Salvatore non dimentichi questa comunità che sa offrire il proprio affetto e torni presto a trovarci.
Don Salvatore, grazie per quello che ha fatto per noi.