Salvini cena all’Aragosta, il primo ristorante stellato della provincia di Catanzaro


Compie vent’anni la prima stella catanzarese della guida Michelin, conquistata dal ristorante L’Aragosta, fiore all’occhiello della gastronomia regionale.

Le stelle sono milioni di milioni, dice la canzone, ma sola una è ambitissima dagli chef, perché è il riconoscimento più prestigioso alla creazione culinaria. Un onore che, vent’anni fa, è toccato anche alla nostra provincia.

Era il 1998 quando nell’Olimpo dei migliori ristoranti italiani ed europei compariva per la prima volta la sigla cz, grazie ad un ristorante di Nocera Terinese, aperto nel 1985 da Giovanni Bazzarelli, professionista di lungo corso nel campo della ristorazione.

Un compleanno speciale, dunque, ma senza botti e cotillon. Il miglior regalo è la soddisfazione dei clienti. Molti dei quali ritornano spesso e volentieri in questo tempio del gusto, che riesce a soddisfare i palati più esigenti senza mascherare la genuinità dei sapori.

In un contesto così elegante e accogliente, una stellina non può non andare alla gentilezza del personale. “Una volta – racconta Bazzarelli– un bravo chef mi disse: ricordati, Giovanni, non è solo il cibo che conta, perché quello non manca nelle case. Il cliente vuole anche essere accolto nel modo giusto”.

E Giovanni, infatti, non l’ha mai scordato. Si vede dalle recensioni entusiastiche degli utenti, oltre che dal giudizio degli stessi ispettori Michelin: “Una sala arredata in stile vecchia marina inglese accompagna fragranti piatti a base di pesce, la provenienza è spesso locale mentre le preparazioni sono decisamente classiche. Il mare e la spiaggia non si vedono dalla sala e dal dehors, ma distano solo 100 metri. In sintesi, the place to be!”.

Talvolta, avventori di passaggio si fermano a pranzare al villaggio del Golfo. E, immancabilmente, restano incantati dalle specialità dell’Aragosta. Persino i carnivori più convinti.

Ne sa qualcosa Matteo Salvini, il quale, in occasione di una recente visita in Calabria prima delle elezioni, ha cenato con degli amici al rinomato ristorante di Nocera. Incredibile, ma vero.  Il battagliero uomo del nord, armato di slogan e difensore della cotoletta milanese, in terra calabra si è arreso ai sapori del mare, già dall’antipasto. Nessuno può resistere alle frittelle di neonata.
“A tavola sono curioso” ha detto il leader, che non si è fatto mancare proprio nulla. Dopo il tortino di triglie e cocktail di gamberi al cedro, ha gustato un primo piatto di raganelle con scampi, bottarga, tartufi e poi, per secondo, gamberoni al miele di castagno. Per dessert ha voluto tenersi leggero con la piccola pasticceria al limone, che col rosolio di donna Teresa è una vera delicatezza. Come si fa a chiamarlo ammazzacaffè?
“A tavola non si invecchia e non si parla di politica”. Questo ci stava, anche perché il candidato leghista aveva già rischiato di inciampare in qualche luogo comune sui meridionali. Ma si sarà senz’altro ricreduto vedendo la bella realtà lavorativa di Giovanni Bazzarelli.
Meglio fare qualche foto ricordo e un bel brindisi con un vino all’altezza, come il Cirò rosè – cantina Iuzzolini. Non importa se qualche goccia va a finire sulla tovaglia. “Porta bene” – pare abbia detto il futuro ministro, un tantino superstizioso. Che dire?  Su questo, di certo, non si sbagliava!

Antonella Mongiardo da Il Quotidiano del Sud


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