La Rete delle città marciane, quelle in qualunque modo devote a san Marco Evangelista, si è riunita a Cropani Marina. Erano presenti rappresentanti da tutta Italia; e, con il sindaco Mercurio, il presidente Spagnuolo e altri, tra cui il consigliere regionale Alecci come Gal del mare.
Perché a Cropani, è toccato spiegarlo a chi scrive. In breve:
1. Reliquie, dal latino relinquo, sono ciò che rimane di un santo dopo il “dies natalis”, cioè la morte fisica e la salita in cielo.
2. Attorno alle Reliquie si sviluppa una devozione che si estrinseca con santuari, chiese, conventi, e con frequenti pellegrinaggi e vie come la Francigena e la Romea, che, se è lecito mescolare il sacro con il profano, sono all’origina del moderno turismo di qualità.
3. Bando all’evemerismo e allo stucchevole scientismo settecentesco che tutto nega senza niente affermare: la Fede si può conciliare, direbbe san Tommaso (molto probabilmente nato a Belcastro) con la ragione, ma non è un fatto di ragione, bensì di coscienza, e riguarda l’anima e la partecipazione emotiva. E abbiamo bisogno di credere, il che, secondo sant’Anselmo d’Aosta e a onta di Kant che lo deride, è già una dimostrazione.
4. La storia tramanda episodi di traslazione, o a volte di vere guerre, per le Reliquie. Si conosce abbastanza la spedizione dei Baresi a Mira per le Spoglie di san Nicola, da allora detto san Nicola di Bari, e all’origine di molte devozioni (ricordo a me stesso quella di Cardinale, mio paese d’origine), e per altre vie, di Santa Klaus. Molto meno conosciuta è l’impresa dei Longobardi di Salerno alle Eolie per il Corpo di san Bartolomeo Apostolo, giunto miracolosamente per mare assieme ad altri quattro santi, tra cui i nostri Acacio (Agazio) e Gregorio Taumaturgo.
5. Agli amici campani presenti, è stato ricordato come sia opportuno riprendere la storia di Salerno, e per essa dei manzonianamente troppo trascurati Longobardi, che tanti pensano siano stati settentrionali, mentre il loro regno di Pavia finì nel 774, e l’identità politica longobarda di Salerno nel 1076, tre secoli dopo.
6. Il bisogno di Reliquie creò nei secoli centri di spiritualità e di aggregazione comunitaria. Notevoli, nel nord del Golfo di Squillace, la Santa Spina di P. Policastro; e, a Santa Severina. il Braccio di sant’Anastasia, che, per memoria greca, il popolo chiama Anastasìa.
7. Nell’anno 831, due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, trovandosi ad Alessandria d’Egitto già occupata dai musulmani, riuscirono ad impadronirsi del Corpo di san Marco. Mentre navigavano lungo lo Ionio, rischiarono il naufragio, venendo salvati dalla gente di Cropani. Lasciarono, in memoria, una Rotula, da sempre conservata nella magnifica Collegiata di Santa Maria Assunta. Il senato veneziano, doge Giustiniano Particìaco, concesse a Cropani la cittadinanza; e nel XVII secolo ne fruì, racconta il Fiore nella Calabria Illustrata, un Politi (o Pòliti), trovandosi a Venezia.
8. Da ricordare che l’impresa dei Veneziani divenne oggetto della celebre tragedia dannunziana La nave, che diverrà il documento e simbolo del nazionalismo italiano, con il verso “Alza la prora, e salpa verso il mondo”. E così il motto “Pax tibi, Marce, Evangelista meus”, diviene anche “Gloria tibi, Marce”, con la bandiera del leone vincitrice a Lepanto.
9. Per ragioni di commercio e di politica, e nelle lunghe e difficili guerre contro i Turchi, Venezia strinse rapporti con il Reame, e in particolare la Calabria. Anche questo contribuisce alla nostra narrazione.
10. Quando, nel 1866, Venezia divenne italiana, Cropani inviò una lettera sull’argomento della Reliquia. Una carta geografica d’Italia, esposta a Venezia, evidenzia significativamente Cropani. Mi limito a suggerire al sindaco di riprendere la questione, giovandosi della rete delle città marciane.
11. Del resto, Cropani ha molte frecce a suo arco. Se la cultura si misurasse in quantità, non avremmo esitazione ad affermare che, in proporzione al piccolo numero di abitanti nei secoli, Cropani ha una storia culturale a dir poco impressionante, con i nomi di Francesco Grano, padre Lattanzio Arturo, suo fratello Tommaso, il grande storico Fiore, il futurista Dolce, quel padre Remigio cui si deve la recente riscoperta di Cropani; e molti altri.
12. Oggi la Parrocchia di Cropani Marina è intitolata a San Marco Evangelista.
Non resta che ringraziare Cropani per l’iniziativa, e Cuturella per la simpatica sagra.
Ulderico Nisticò