Il medico e noto scrittore calabrese, già commissario dell’Asp di Reggio, torna sul dibattuto tema della sanità regionale, intervenendo incontro moderato dalla giornalista Nadia Donato, nel quale è stato ospite anche Giuseppe Zuccatelli, ex commissario di Materdomini e Pugliese/Ciaccio.
Dopo la sua denuncia alla Procura della Repubblica sui pagamenti non dovuti effettuati dall’Azienda Sanitaria della città metropolitana a beneficio della clinica Villa Aurora, per Santo Gioffrè, le cose non sono cambiate. “La situazione in Calabria, di base, è rimasta la stessa, forse aggravata dall’emergenza Covid. Presto ci troveremo in una situazione gravissima: non si sta programmando né facendo nulla, è rimasto tutto com’era.
I sistemi che hanno generato quel tipo di sanità sono rimasti intatti” Ha dichiarato il dottore, sottolineando che non ha nulla contro l’attuale Commissario Straordinario della Sanità in Calabria, che considera ottima persona e comprende le difficoltà che incontra in una situazione così grave. Santo Gioffrè aggiunge con decisione che: “L’attenzione nazionale accende i riflettori sulla sanità calabrese solo in caso di fatti eclatanti, altrimenti tutto tace, in Calabria si muore più che in altri posti, ma nessuno lo dice – ha poi continuato Gioffrè – Le carte false dei bilanci restano nei cassetti senza che nessuno se ne occupi.
Esiste un sistema costruito quindici anni fa per saccheggiare, in maniera legale, la Calabria. Ci sono quattro ospedali finanziati dal 2017 per i quali non è ancora stata posta la prima pietra”. Il dottore poi parla di “un blocco protetto da tutti i poteri che da anni dentro ai gangli della sanità calabrese che fa fuori chi, come nel caso di Zuccatelli (che avrebbe lavorato in Calabria quasi gratis), non sta al proprio gioco o ai propri ordini e che certamente frena ogni tipo di evoluzione delle cose.
La sanità è competenza, ha detto Zuccatelli ed ha messo in evidenza che è inutile prenderci in giro. Serve una programmazione di base che permetta di orientare il sistema, dal commissario alle aziende, ai territori. Per farlo, naturalmente, bisogna aver maturato conoscenza ed esperienza sul campo. Queste caratteristiche, unite alla passione e all’onestà, spingono a guardare agli interessi e ai bisogni quotidiani dei cittadini. Quanto detto dall’ex commissario, quindi questa concezione della sanità, non poteva essere accettata dai poteri che ci voglio sempre a testa bassa pertanto e allora hanno trovato il modo per mandarlo via. Continuiamo a regalare la Calabria sempre agli stessi – ha detto in conclusione Gioffrè – ma in questo calderone ci siamo dentro.
Non tutti possono prendere un aereo per curarsi fuori, c’è chi deve restare qui e curarsi è un diritto di tutti. Ma d’altronde i diritti fondamentali in Calabria non esistono, sono alla mercé delle bande criminali organizzate”.