Una dolce leggenda, di quelle fiorite intorno al racconto evangelico, narra che una donna senza figli, dolendosi e vergognandosi di questo, finse di averlo con un involto di stoffa, e visitò Gesù Bambino: in premio della sua fede, ricevette il primo miracolo, e si trovò tra le braccia un bimbo vero. Lo chiamò Stefano, fu seguace di Cristo, e lo misero a morte, primo dei Martiri, i Giudei. Qui ci stanno bene alcune riflessioni storiografiche, che qui elenco in rapida sintesi.
– L’inizio delle persecuzioni, infatti, è nell’ambiente giudaico, che già aveva ordito e preteso la crocifissione di Cristo; e vedeva nel Vangelo una minaccia. Il giudaismo data dal ritorno da Babilonia (VI secolo aC), ed è una variazione sostanziale rispetto all’ebraismo biblico, riducendo la religione a un lungo e nevrotico elenco di regole. Persecutore accanito era Saul, che, dopo la conversione, assunse il suo nome legale di Paulus, essendo cittadino romano, e sancì la distinzione nettissima tra cristianesimo e giudaismo.
– Dal IV secolo penetra in tutto l’Oriente l’ellenismo, con la conquista di Alessandro Magno e i regni successori, e la diffusione della lingua greca attica comune (κοινή). Ed ecco che il Protomartire si chiama Stefano (Στέφανος, Corona). Hanno nomi greci anche gli Apostoli Andrea (Ἀνδρείας) e Filippo (Φίλιππος), e incontriamo nomi misti come Bar, figlio, di Tolomeo (Πτολεμαῖος) e Bar figlio di Timeo (Τιμαῖος).
– Dal 63 aC, il territorio è, a vario titolo, dominio romano; ed ecco il latino. Viene nominato Quirinus, governatore della Siria e Palestina. Sarà nominato Pontius Pilatus, cittadino romano, ovvio, però di palese origine meridionale: Pontius corrisponde a Quintius.
Buona festa di santo Stefano, e auguri a tutti gli Stefano e Stefania.
Ulderico Nisticò