Quattro piantagioni di canapa indica, per un totale di circa 2.500 fusti, sono state scoperte dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, assieme ai militari del Nucleo elicotteri di Vibo Valentia, nel territorio del comune di San Pietro di Caridà, nel reggino.
Grazie alla visione dall’alto, i militari sono stati in grado di individuare le piantagioni, tutte realizzate in aree rurali, completamente nascoste alla vista e con un sistema di irrigazione ottenuto tramite due metodi diversi.
In un caso, l’acqua per annaffiare la piantagione era fornita tramite un articolato sistema idrico che faceva uso di una vasca e di un serbatoio, ciascuno della capienza di circa 500 litri.
Da questi la fornitura idrica era ottenuta tramite un tubo interrato collegato abusivamente al sistema idrico comunale. Le altre tre piantagioni, invece, avevano direttamente accesso all’acqua del fiume tramite una serie di tubi che permettevano l’irrigazione.
Tra le piante di canapa rinvenute, i carabinieri hanno individuato due tipologie distinte: alcuni arbusti raggiungevano altezze variabili tra i 100 e i 250 centimetri, mentre circa 1.200 piante appartenevano alla varietà “nana”, con fusti di circa 70 centimetri.
Dalle piante scoperte, e poi distrutte, i coltivatori avrebbero potuto ottenere 500mila dosi di droga.