Selvaggia Lucarelli e la Calabria demeritocratica


selvaggia_l La Lucarelli, che ho avuto più volte come conduttrice nella trasmissione di Mirabelli “Cominciamo bene”, e di cui ho apprezzato il garbo, ha scritto così, e cito alla lettera:

 “Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Calabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose. Non so chi sia il grafico/pubblicitario/copy che s’è occupato di questa pagina ma immagino sia un bambino di otto anni o un alcolista o il nipote del cugino del fratello di un qualche assessore del turismo calabrese ma ditemi voi se è possibile che : a) il titolo sia un mesto arial bianco che si vede malissimo e non è manco centrato. b) velo pietoso sui puntini di sospensione in un titolo (con la minuscola dopo). C) nella scritta in fondo “sistema aeroportuale” sia scritto “sistema aeroportualeR”.
Peracottari tutti. Chi ha incaricato dei peracottari, chi non ha visto gli errori dei peracottari e chi paga dei peracottari per lavorare con tutti i grafici/pubblicitari/copy bravi che fanno la fame.
L’altro Paradiso non è la Calabria. E’ il posto in cui per questa mediocrità non c’è spazio. (la Calabria è una regione bellissima, merita di più. Ribellatevi amici calabresi.)
p.s.
Sì, magari anche le ciabatte sullo scoglio le avrei tolte, ecco. Pure il mezzo culo del tipo in mezzo, ecco.”

 Non è esattamente uno stile petrarchesco, ma la Lucarelli non è pagata dalla Regione: scrive gratis, e scrive quello che le pare. È la Calabria che fa la sua milionesima figura di schifo, di terra di raccomandati e amici degli amici, e di raffinatissimi ignoranti spacciati per grandi ingegni.

  Già, se san Pio V fosse stato calabrese, invece di don Giovanni d’Austria avrebbe nominato ammiraglio della flotta il nipote del parroco, e le navi cattoliche sarebbero, ovviamente, finite ai pesci di Lepanto invece di vincere la battaglia come fu. Se Giulio II fosse stato calabrese, avrebbe incaricato della Sistina il cugino dell’assessore, e immaginate che sgorbi.

 Insomma, in Calabria il sistema è la demeritocrazia, cioè l’unico merito è essere amici degli amici degli amici di qualcuno. Non è la mafia: nella mafia si fa carriera solo per comprovati meriti delinquenziali. È che se si deve assegnare un incarico pagato, poniamo, di filosofia, tra Platone e Ciccio non c’è partita: l’incarico va a Ciccio; in compenso tutti ripetono che Platone sì che è un grande filosofo.

 Ora Oliverio annunzia un’inchiesta interna. Ma la Corte dei conti, quando farà un’inchiesta esterna?

 Alla faccia della Giunta di Alto Profilo! Coraggio, presidente: stai uguagliando Scopelliti; e se t’impegni, arrivi presto al livello di Peppino Chiaravalloti e Agazio Loiero.

Ulderico Nisticò


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